Smarties, primo disco di Zic, si apre con la sigla dei celebri cioccolatini (la fastidiosissima "Una pioggia di Smarties sul mondo scenderà) datata addirittura 1984. Una ventata di gioia assolutamente gratuita e ingiustificata che apre le porte di un album indiepop elettronico in alcuni momenti talmente tamarro che, se fosse uscito a cavallo dei primi anni duemila, avrebbe sfondato quasi sicuramente (glielo auguriamo comunque). Ma andiamo per gradi.
"Top Level" non può non ricordarci il primissimo Cosmo: energia, ritornello orecchiabile, crescendo elletropop che esplode in maniera irresistibile; il seguito esplora mondi sonori dalle forti aperture internazionali e si apre a sperimentazioni indie-trap decisamente originali ("Over The Top"). Traccia dopo traccia e in maniera abbastanza inaspettata, questo disco convince sempre di più, vuoi per un'energia musicale che in questo momento in Italia serve come il pane, vuoi per l'ironia e l'irriverenza (quasi incoscienza) che Zic infila in ogni pezzo senza steccare praticamente mai. Questo album è sorprendente per molti aspetti, anche e sopratutto per la capacità di staccare all'improvviso senza perdersi per strada (si ascolti "Agosto 94bpm). Un percorso che esplora molteplici paesaggi sonori e background musicali estremamente diversi ma riuniti sotto un'unica bandiera.
Smarties è un disco di suoni e colori che, nel suo configurarsi come un'accozzaglia gioiosa e quasi invidiabile per i giorni che stiamo attraversando, riesce ad esprimere un'urgenza intima, ben identificata, talvolta addirittura irritante. In sostanza, quando un ascolto ti lascia stordito e confuso come ha fatto questo disco, vuol dire che stiamo parlando di qualcosa di davvero interessante.
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