Dile Rewind 2020 - Cantautoriale, Lo-Fi, Pop

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La prova d'ascolto corposa di "Rewind" brilla di profondità: tra i casini dei trent'anni, Dile mostra potenzialità da artista generazionale.

Una manciata di singoli che hanno totalizzato contatori di play muscolosi ed un disco per chiudere (o aprire, interpretazione a piacere) il cerchio attorno una prima fase di maturità artistica: Francesco Di Lello, per tutti Dile, cristallizza la sua presenza nel panorama discografico italiano con “Rewind”, pubblicato per OSA / Artist First.

Prova d'ascolto corposa, che sfida i canoni e le tendenze attuali: sono ben tredici le canzoni che compongono questo long play ed ammetto che non capitava da un bel po' di tempo avere il piacere di immergersi in un'esperienza d'ascolto così organica. Dimensione uditiva che non è l'unica sollecitata dal cantautore abruzzese: le canzoni in parte disvelate in oltre un anno vivono importanti trasposizioni visive con i videoclip che integrano quanto espresso dalle note e dalle parole, amplificando i confini dell'immaginario che si intende espriemre; un vero e proprio prodotto transmediale, che tra radici di lo-fi cantautorale ed ottimo maquillage plasmato dai produttori palesa un'immediata riconoscibilità evitando il rischio d'apparire ripetitivo. C'è tanto da apprezzare, sia sul versante musicale che entrando in contatto col nucleo testuale, abile ad esprimere le inquietudini della fase di vita anagraficamente più incerto. “Tu sei la mia città” mi riporta in mente altro tipo di fascinazioni, ma la realtà dei fatti parla di un gran quantitativo di anni luce a separare il nostro da Cosmo; perché Dile canta di episodi che non sono finiti per il verso giusto, anestetizzabili solo con distillato da concedersi rigorosamente liscio. Amaro. Come la vita.

È che a trent'anni, con una crisi mondiale in corso, l'impegno di vivere risulta un vero casino da portare a compimento, poi la gente continua a lasciarsi ed è tutto peggio. Resta solo da aggrapparsi alle canzoni, ed a dischi come questo. La musica ha da sempre una grossa forza se si tratta di smuovere l'animo, e Dile veste panni da artista potenzialmente generazionale.
C'è una strada spianata da percorrere per raggiungere nuovi sviluppi, nel frattempo...
“Rinasco fenice”

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La recensione Rewind di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2020-12-02 00:04:40

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