Quando parte "Cani", la penultima canzone di questo "Dell'infelice antimateria" dei Mompracen l'idea che ci siamo fatti in merito a tale lavoro è ormai ben chiara e definita in noi. Il pezzo sopracitato non fa altro, in maniera solo apparentemente paradossale, da farci al contempo ritoccare il nostro giudizio verso l'alto e verso il basso. Ma andiamo a spiegare, visto che la situazione è parecchio ingarbugliata.
Partiamo da un dato di fatto, chiaro e evidente come il sole: Luigi Impagliazzo e Davide Mastrocinque, ovvero i Mompracen, hanno scelto la via del barocco a tutto tondo per questo lavoro. Un barocco che, prima ancora di essere parte essenziale delle proprie orchestrazione, è spina dorsale della loro attitudine. Proprio a seguito di questa caratteristica, ne consegue che "Dell'infelice antimateria" si attesti come disco iper-lavorato e cesellato, anche per quanto riguarda i testi. Un cantautorato quasi aristocratico, potremmo definirlo.
E qui torniamo al punto precedente: "Cani" è un buon, anzi ottimo esempio di tutto ciò che funziona e funziona meno in tale lavoro. Da un lato c'è una cura per i dettagli maniacale, che ci piace un botto e una qualità sonora, di registrazione sonora, davvero somma. Dall'altro lato, ahinoi, troppa "forma anziché sostanza", ovvero tanti orpelli inutili (anche e soprattutto a livello di scelta lessicale) che non hanno fatto altro che aggiungere pesantezza su pesantezza.
Sicuramente è "tutto molto barocco" ma, dopo un po' il rischio si tracimi nel rococò no?
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Forse chi ha scritto l'articolo ignora che il rococò è un superamento di alcune sfarzosità e decorazioni eccessive anche da un punto di vista cromatico del barocco, ma immagino l'autore intendesse il contrario
> rispondi a @matad01Superamento aka intorcinare ancora più su se stessi. Son punti di vista, roba piuttosto futile da discutere su "che cosa sia meglio dell'uno, cosa dell'altro". Piuttosto, in una logica di discorso costruttivo, come spero possa risultare meglio, affrontiamo i temi portanti: cantautorato aristocratico. Non di sangue blu, ovviamente, ma nel senso etimologico .Per altro qui il discorso non era di stile rococò ma di temi rococò.
> rispondi a @EleuteriovonNestor