Mompracem
Dell'infelice antimateria 2020 - Cantautoriale, Elettronica

Dell'infelice antimateria
18/01/2021 - 11:45 Scritto da Mattia Nesto

Luigi Impagliazzo e Davide Mastrocinque a tutto barocco

Quando parte "Cani", la penultima canzone di questo "Dell'infelice antimateria" dei Mompracen l'idea che ci siamo fatti in merito a tale lavoro è ormai ben chiara e definita in noi. Il pezzo sopracitato non fa altro, in maniera solo apparentemente paradossale, da farci al contempo ritoccare il nostro giudizio verso l'alto e verso il basso. Ma andiamo a spiegare, visto che la situazione è parecchio ingarbugliata.

Partiamo da un dato di fatto, chiaro e evidente come il sole: Luigi Impagliazzo e Davide Mastrocinque, ovvero i Mompracen, hanno scelto la via del barocco a tutto tondo per questo lavoro. Un barocco che, prima ancora di essere parte essenziale delle proprie orchestrazione, è spina dorsale della loro attitudine. Proprio a seguito di questa caratteristica, ne consegue che  "Dell'infelice antimateria" si attesti come disco iper-lavorato e cesellato, anche per quanto riguarda i testi. Un cantautorato quasi aristocratico, potremmo definirlo. 

E qui torniamo al punto precedente: "Cani" è un buon, anzi ottimo esempio di tutto ciò che funziona e funziona meno in tale lavoro. Da un lato c'è una cura per i dettagli maniacale, che ci piace un botto e una qualità sonora, di registrazione sonora, davvero somma. Dall'altro lato, ahinoi, troppa "forma anziché sostanza", ovvero tanti orpelli inutili (anche e soprattutto a livello di scelta lessicale) che non hanno fatto altro che aggiungere pesantezza su pesantezza.

Sicuramente è "tutto molto barocco" ma, dopo un po' il rischio si tracimi nel rococò no? 

 

 

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