Montmasson Un'eredità 2021 - Cantautoriale, Post-Rock

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Un debutto nel segno dei ricordi, rincorrendo la pace interiore attraverso un’egemonia folk legata agli anni ’70 italiani. 

Un’eredità è il primo album da solista del cantautore bergamasco Daniele Nava, in arte Montmasson: si tratta di un disco di 9 tracce intime che ruotano attorno al concetto di memoria, legate a precise vicende e sensazioni vissute dall’artista.

Montmasson debutta con un disco che mischia cantautorato, folk e psichedelia, con arrangiamenti studiati nel dettaglio al fine di portare un sound che riuscisse a determinare la cifra stilistica finale. La title track Un’eredità apre un universo psichedelico, l’utilizzo del Delay e di un synth etereo stendono un tappeto musicale pacifico, con lo scopo di agganciarsi alla voce lieve e delicata del cantautore. L’influenza del progressive rock/cantautorato anni ’70 si palesa con la cover de L’umana nostalgia di Claudio Rocchi — maestro del genere in Italia — e rimandi musicali della Reale accademia di musica.

Ascoltando il disco traccia dopo traccia si ha un reale cambio di stile in Vette e Battiti, nel primo spunta una chitarra elettrica decisa — che è quasi onnipresente nel disco — fornendo carattere al brano, mentre nel secondo caso la batteria diventa la protagonista di un brano molto ritmico in grado di sostenere la dinamica vocale. L’intimità del disco si lega a testi ricolmi di ricordi difficilmente decodificabili da parte di un ascoltatore esterno ai fatti, ma forse l’intenzione di Montmasson non è di arrivare a tutti, bensì a chi riesce a entrare nel suo mondo e chi ne è stato partecipe. L’unico brano che può essere accostato a qualsiasi persona è Marzo ’20, in cui il pianoforte e un synth etereo ne fanno da padroni, agganciando il testo che narra delle sensazioni provate a causa della pandemia.

Montmasson trova spazio nel cantautorato per esprimere i suoi ricordi, ma il disco risulta troppo personale e difficilmente può arrivare a chiunque, nonostante gli ottimi arrangiamenti le 9 tracce scorrono lentamente e danno l’impressione di essere più lunghe di quanto effettivamente sono. C’è ancora da lavorare, dalla versatilità vocale fino alla scrittura di testi più chiari che possano arrivare alla massa, ma forse l’intenzione e l’espressione artistica di Montmasson hanno un altro scopo, quello di fare musica intima e legata alla sua vita, senza dover per forza arrivare a tutti.

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La recensione Un'eredità di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2021-05-28 00:25:00

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