Santajegorah s/t 2005 - Rock, Grunge, Alternativo

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Seconda prova per la compagine milanese dei Santajegorah, dopo un'altra autoproduzione realizzata nel lontano 1998. Dalle note biografiche della band veniamo a sapere che si sono formati nel 1994, e che nel 2001 hanno aperto i concerti dei Gang in occasione del "Controverso tour".

Se la band marchigiana proprio con quell'album realizzava un'efficace fusione di musica cantautorale e Seattle-sound (Pearl Jam in quel caso), anche i Santajegorah quattro anni dopo ripercorrono la stessa via. Iniettando testi e melodie facilmente rintracciabili nella tradizione pop-rock italiana direttamente nelle vene del grunge, precisamente in quelle degli Alice in Chains. basti sentire le potenti "Qui" e "Notteviola", rock diretto e melodico in cui le chitarre si dilettano in articolati fraseggi che richiamano lo stile di Cantrell, e la voce, specie nelle parti centrali di "Qui", si tuffa in voli pindarici nei quali non è difficile vedere quantomeno una sincera ammirazione per il grande Layne Staley (e in "Notteviola", con quella voce distorta in apertura, anche qualcosa di più); se però la band di Seattle danzava sul baratro della disperazione e dell'angoscia di vivere, i milanesi non disdegnano atmosfere più oniriche e distese, pregne di calma e pace dei sensi, come in "Sentimental Clouds", "Miasma", in cui trovano posto anche echi orientaleggianti, e "Negli occhi di Milka", strumentale con chitarra acustica in primo piano, accompagnata da tastiere soffuse ed eteree.

Alla fin fine tutto è chiaro sin dal logo che capeggia in copertina: una pulcinella che divora serpenti, a rappresentare una rivisitazione della musica popolare italiana in chiave post-moderna e di un post-grunge psichedelico e coinvolgente. Cinque buoni pezzi che non aggiungono nulla di nuovo ad un genere che comincia a risentire dell'eccessiva usura, ma ben realizzati e legati tra loro in un insieme coerente e coeso.

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La recensione s/t di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2006-02-01 00:00:00

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