Mattia Cupelli RUINS 2021 - Elettronica

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Un disco strumentale che crea vere e proprie ambientazioni in cui camminare: uno spazio intimo in cui riflettere

A volte cerco dei dischi che mi svuotino la mente, che mi impediscano di pensare troppo a come suona la chitarra, come suona il basso, come i beat elettronici si siano intelligentemente incastrati con la batteria acustica, come i testi raccontano sprazzi della vita quotidiana. Ruins, nelle intenzioni, con i suoi rumori di fondo elevati a poesia, avrebbe dovuto fare proprio questo, portarmi altrove e non farmi riflettere.

Ma, quei rumori, atmosfere distorte eppure appartenenti alla nostra realtà, portano sì da un’altra parte e occupano di prepotenza la mente, rapendo l’ascoltatore in tutto e per tutto, ma creano uno spazio parallelo in cui porsi domande e in cui accendere la riflessione. Non ci si chiede più che strumento è questo o come si intitola questa traccia: sono caduto nel disco, nelle sue tracce come strade da percorrere, palazzi, vere e proprie ambientazioni urbane, spesso desolate, da attraversare.

Mattia Cupelli maschera con una forma compositiva semplice, da colonna sonora cinematografica (o da videogioco, a quello pensavo al primo ascolto) un universo sonoro fatto di suoni concreti: legno, metallo, sintetizzatori come palazzi, voci femminili filtrate come tappeto di asfalto da percorrere, e soprattutto il pianoforte a riportarci con i piedi per terra e subito dopo scaraventarci altrove, arpe ad accarezzarci mentre il rumore bianco ci striscia tra le gambe.

Se cerchiamo un disco strumentale da sottofondo, è la scelta sbagliata: pur non avendo testi letterari, questo album ha una narrazione così potente da trascinare in una trama che ognuno di noi genera in funzione delle proprie esperienze. 47 minuti di riflessione intima, guidata dalle sapienti mani di Cupelli, sul tempo che passa e la nostra percezione del tempo stesso, col pianoforte come stella polare e una ricerca sonora rara a fare da costellazione più splendente di questo universo parallelo e atemporale in cui lanciarci.

 

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La recensione RUINS di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2021-07-09 00:35:00

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