Nicola Guida Speleology 2021 - Jazz

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In equilibrio tra jazz classico e approccio moderno ed underground, l'esordio di Nicola Guida ci parla di un percorso già maturo e di altissima qualità

Non che sia mai scomparso dalle scene, ma è lecito dire che negli ultimi anni il jazz sta passando in una delle sue cicliche fasi di rigenerazione. È grazie anche alla diffusione di lavori come ‘Speleology’ di Nicola Guida, che parlano più linguaggi contemporaneamente e però mantengono sempre in primo piano quell’approccio alla composizione e allo strumento che caratterizza il jazz e probabilmente null’altro sul mappamondo musicale.

Naturalmente, adesso lo sguardo si direziona sul rap, sull’hip hop e, in uno di quei cortocircuiti che arricchiscono la storia della musica, su quel mondo di elettronica lo-fi che ha preso vita proprio rielaborando ed essenzializzando il jazz. L’esordio del pianista suona proprio così, sulle tracce preziose di Alfa Mist ed Ezra Collectivescillando tra flussi di coscienza rappati(Karnival Sound su Come Inside) e decostruzione ritmica (The Blade Sensei…), jazz morbido di lontane reminiscenze cool (Sycophant) e uso del sampling che arriva da hip hop ed elettronica(Anamnesys, The Blade Sensei… con l’ imprevisto cut up operistico).

‘Speleology’ è effettivamente un disco che scava a fondo, sezionando il suono e presentandoci una materia fatta di stratificazioni e sedimenti che in qualche maniera convivono: le composizioni con enfasi ritmica (grazie al drumming impeccabile di Dario Panza, vedi i richiami sudamericani in Sycophant o la nevrosi di Maximum Depth is Surface) e i momenti dedicati alla voce melodica degli strumenti (l’intermezzo Maximum Depth…), un senso del jazz più contemporaneo e uno “classico” che si mescolano a vicenda anche nel linguaggio scelto dai titoli, qua più essenziale e suggestivo, là più pop e citazionista, e nell’eterogeneità di minutaggio delle composizioni.

Per la qualità complessiva e l’attitudine generale, in effetti non sembra neanche di trovarsi davanti ad un esordio e ad un esordio italiano, e del resto Nicola Guida è ormai di stanza a Londra ed ha alle spalle una sfilza di collaborazioni importanti e variegate, finalmente tradotta in un esordio “in proprio” che segna l’inizio di un percorso prezioso.

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La recensione Speleology di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2024-05-19 12:51:23

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