CarneraPrimo Carnera2021 - Cantautoriale, Rock, Pop

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Un portale spazio tempo dove gli anni 70 e 80 scorrono assieme al 2021. Un buco nero pieno di musica, rimandi e citazioni di letteratura, costume e società.

Primo Carnera è il primo lavoro discografico dei Carnera (Lubvic, Karissa, Andrea Vinti, Stefano Marseglia, Massimiliano Mauriello e Roberta Arienzo), evoluzione artistica della band NODe che, a differenza di quest'ultima, utilizza l'italiano per i testi delle canzoni. Un disco pop che strizza l'occhio al contrasto tra suoni acustici puri e elettronica.

Subito basso batteria e elettronica in Senza sapere perché, il primo titolo. Voci molto effettate. Giro armonico ripetuto fino al ritornello. Un susseguirsi d'immagini che culminano nello zoom di una sigaretta che "ti fa stare bene e non sai perché". Musicalmente la canzone non presenta uno sviluppo strumentale e questo suo andamento pieno di groove, dove spicca il suono potente e rotondo del basso basta per far muovere il piede al ritmo di cassa e rullante.

Siamo già nel domani, si apre con drum machine e 808 con attacco lento. Sempre doppia voce effettata. Il testo anche qui molto descrittivo, fa pensare a Meri Luis di Lucio Dalla per il modo di descrivere diversi quadri e personaggi. Belle le chitarre che si ritagliano uno spazio nei ritornelli. Special con una ragazza bruttina con l'aria da star che sembra sempre più una Meri Luis che finalmente ha accettato l'amore e l'amico che vuole toccarle le tette, in chiave moderna. Anche qui musicalmente il pezzo si regge da solo anche senza un grande sviluppo strumentale, salvo per lo special dove il sound si alleggerisce prima di tornare nella struttura standard della forma canzone.

Futuro incerto parte anch'esso con elettronica in primo piano ma subito lascia spazio a batteria, basso e chitarra elettrica, Bello il riff di chitarra che apre ad un ritornello breve e dritto. Una seconda intro ci porta alla seconda strofa dove il racconto prosegue senza soste. Special in cui la metrica del testo diventa più serrata e gli effetti delle due voci diventano ancora più concentrate sulle medie frequenze, come radioline o telefoni. Chiusura a sfumare e avanti la prossima.

Fantasmi d'amore si apre in fade in e la voce si presenta con un non so che di Battiato sopra una batteria e un basso che aspettano la fine della strofa per suonare a pieno regime insieme alla chitarra elettrica. Stavolta le due voci si divertono in un botta e risposta e solo nel ritornello si sovrappongono. Bello il crescendo dei sintetizzatori che arpeggiando si prendono pian piano sempre più spazio. Conturbante l'armonia discendente che porta tutti gli strumenti in una spirale che si chiude di colpo.

Mi potresti raccontare di te è metronomicamente più sostenuta e la batteria e il basso sono subito aggressivi, mentre i synth riempiono sotto forma di pad. Ancora le voci si dividono tra un botta e risposta e una sovrapposizione. Il coretto strizza l'occhio a Kylie Minogue Can't get you out of my head e diverte le orecchie. Un electro pop questo che guarda al passato senza vergognarsene, anzi rivendicandone l'imprinting originale.

Ferie d'Agosto gioca sui filtri di un sintetizzatore e su una voce effettata con un tremolo. La batteria subito in vista. Sembra di ascoltare a tratti i primi Subsonica che ti trasportano in un caleidoscopio di immagini e un sound che coinvolge e quasi sballa i sensi.

Le ragazze dell'87. Un elenco di simboli degli anni ottanta in un sound acido, batteria, basso, chitarra, synth tutti presenti all'appello. Poi un digressione agli anni settanta, la musica, la storia, la politica, la società. Una canzone da ascoltare mentre si studia storia contemporanea per divertirsi a incasellare ogni tassello. Musicalmente la canzone si muove su due moduli, quello della strofa e quello più piantato sul beat del ritornello.

Sorriderai (ad Agatha) si apre con un palm mute di chitarra elettrica in tempo medio e una texture elettronica. L'effettistica della voce è sognante e i riverberi lunghi riempiono le frequenze libere. Le chitarre elettriche che armonizzano tra loro cambiano il passo di tutto l'organico strumentale e fissano l'ambient retrò di una ballata anni ottanta. Ottima chiusura dei giochi per questa track list.

Primo Carnera è un gioco di rimandi continuo tra modernità e vintage, tra suono puro e suono generato da oscillatori elettrici. I testi sono altrettanto dinamici, con ottime capacità narrative e retorica utilizzata soltanto in maniera ironica, mai seriamente. Unico piccolo appunto: l'ascolto di voci così violentemente effettate e tagliate risulta alla lunga stancante e rende meno immediata la comprensione dei testi.

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La recensione Primo Carnera di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2021-09-08 16:35:17

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