Un disco visionario. Nel bene come nel male
"Pittore- musicista e autore, cantante. In cerca di constatazioni e pareri nell'ambito musicale", così si (auto)definisce Anton, autore di questo Sogno d'amore lucido. Allora per parlare con, buona, cognizione di causa di questo lavoro occorre fare un passo indietro e (auto)denunciarsi: questo disco non l'ho particolarmente apprezzato, soprattutto per brani quali Nudis Veritas e Venere di plastica che dal punto di vista testuale e anche di produzione generale ho davvero avvertito come "produzione residuale". Tuttavia questo mio giudizio, per così dire, non positivo non è un giudizio annichilente dell'intero disco.
Infatti di Anton e del suo Sogno d'amore lucido ho apprezzato soprattutto una cosa: l'ambizione, l'ambizione di voler creare una grande opera d'arte, in cui la musica e la parola si potessero mettere al servizio dell'idea primigenia per creare qualcosa di grande. E dire che la strada pareva essere in discesa dopo un pezzo quale Musa, che arriva "presto" nell'economia generale del disco, è infatti la terza canzone e che, sempre per il mio modo di interpretare e "leggere" la musica, è anche la traccia più convincente dell'intero disco.
Da qui, ahinoi, tutto un po' perde di unità stilistica e di direzione artistica: ci sono tante idee, moltissimi spunti e un fracco di suggestioni, segnale chiarificatore delle ambizioni, giganti, di Anton. Peccato che tutto ciò non venga mai "chiuso" ma solo accennato: al prossimo giro, forse, un pelino meno di ambizione e un bel po' di pragmatismo in più potrebbe rappresentare la scelta migliore per tutti, ascoltatori e Anton compresi.
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La recensione Sogno d'amore lucido--AntoN e JKf di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2021-10-28 08:06:24
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