Timoria Timoria 1999 1999 - Rock

Timoria 1999 precedente precedente

Premetto che chi scrive ha fatto di Viaggio Senza Vento una delle colonne sonore della propria vita e sinceramente la recensione di 1999, ultimo lavoro dei Timoria, mi crea non pochi problemi di valutazione.

I Timoria, cosi' come li avevo amati, cioe' con Francesco Renga, non esistono piu' ed e' ben difficile non farsi condizionare dall'assenza di quella che reputo forse la migliore voce nel panorama nazionale.

L'inizio e' indubbiamente uno shock per i fan dei Timo perche Deserto si apre con una voce bassa e "roca" che nulla ha in comune con le tonalita' di Francesco... passato pero' lo stordimento iniziale, Sasha dimostra di essere capace di modulare la voce e "aprirla" in maniera convincente e personale, senza cercare inutili imitazioni del suo predecessore.

Come in passato, tutti i brani sono molto legati ai lampi di classe di Omar Pedrini che pero' stavolta appare meno convinto e piu' appagato, rifugiandosi spesso in dolci versi amorosi e in ballate acustiche, talvolta banali se confrontate con le straordinarie poesie che sapeva regalarci.

Le contaminazioni pop sono evidenti in molte composizioni, come l'ottima Ora e sempre che ricorda alcuni momenti di Macchine e Dollari e Storie per Vivere, o la ritmata e melodica Un volo splendido, ma purtroppo anche nella incomprensibilmente orrenda Dove Nessuno.

All'improvviso pero' riecco Omar stonare da par suo in seconda voce, con Illorca a fare da contrabbasso vocale nella splendida Profondo Blu, aggressiva ballata "alla Timoria"; decisamente convincente anche il rapcore della potente e rabbiosa Il Maestro, poeta armato della nuova generazione.

Non dovrei, ma non posso fare a meno di pensare cosa sarebbe stata l'emozionante L'amore e' un drago dormiente se fosse stata cantata senza far rumore con la voce di un altro cantante...

Un album di transizione con bei momenti e inevitabili cadute, dovute probabilmente al tentativo di caratterizzare il suono in maniera diversa rispetto al passato, cercando di accentuare la tendenza, tipica di Omar, di integrare arti diverse, come dimostrano le recenti collaborazioni con lo scultore Lodola.

Prendiamo atto del cambiamento e consideriamo questo lavoro come l'espressione di un progetto potenzialmente valido ma ancora "in fieri"; nonostante questo, 1999 puo' riservare emozioni inaspettate una volta accettata la presenza della nuova voce.

La mia ammirazione verso Omar Pedrini e' tale che sono sicuro riuscira' ad emozionarci di nuovo con la sua poesia; tutti coloro che invece ascoltavano i Timoria per le vibrazioni che solo Renga sapeva trasmettere, e' meglio che risparmino i soldi.

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La recensione Timoria 1999 di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 1999-10-11 00:00:00

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