Belly Woodpecker Chants of Blood 2021 - Blues, Acustico

Chants of Blood precedente precedente

Intimismo rarefatto e crepuscolare. Belly Woodpecker regala tensione e bellezza inquieta.

Da Belly Hole Freak a Belly Woodpecker. Da un nickname all’altro. Non sembra, ma un senso c’è. Ed è immerso in un cambiamento di stile. Non radicale (forse), ma comunque evidente. Se Belly Hole Freak si muoveva attorno a un blues più o meno classico, Belly Woodpecker (a proposito, in questa sede non andremo oltre agli pseudonimi…) ha aperto le porte a uno psych-folk imbevuto di passaggi sonori decadenti e dal retrogusto acido.

La storia è andata così: marzo del 2020, Belly Hole Freak si lancia in un tour europeo, la prima data, a Besançon, in Francia, va in archivio ma il Covid 19 agisce sottotraccia e fa saltare il banco. Il tour, che avrebbe dovuto terminare ai primi di luglio in Germania, è annullato. La decisione di non tornare in Italia, non subito, almeno, prende forma in un attimo: meglio unirsi a un collettivo di amici residenti in Svizzera, in piena campagna. Le registrazioni di Chants of Blood cominciano da lì, da una stanzetta affacciata su di una valle circondata dal verde. Roba da fare invidia a Heidi. Il lo-fi impera, i suoni sono rigorosamente acustici. Belly Woodpecker è appena nato e già riesce a cavarsela da solo: suona le chitarre, picchia un cajon oltre ad altri piccoli strumenti percussivi. L’unico aiuto arriva da Dana, un’ospite del collettivo, che fornirà la voce in Gingerbread Shapes e in A wild seed for Anna.

Dalla campagna svizzera è uscito fuori un disco (in doppio vinile color bianco latte, edito dalla Skronk Records di Roma) intenso, bellissimo nella sua lentezza, nel suo intimismo rarefatto e crepuscolare, nel suo blues non allineato. Tra il Sun Kil Moon più onirico e l’Eliott Smith più dolente, con un pensiero rivolto a Bonnie Prince Billie e un cero acceso per ricordare gli Smog. Belly Woodpecker riesce a muoversi tra melodie celestiali e improvvisi momenti di tensione, caratterizzati da squarci di agitazione e tormenti profondi. Il tutto circondato da bellezza inquieta, quasi primordiale. Bella anche la copertina con apertura gatefold, curata da Susanna Doccioli. Giusto per non farsi mancare nulla.   

---
La recensione Chants of Blood di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2022-01-24 20:05:00

COMMENTI

Aggiungi un commento Cita l'autore avvisami se ci sono nuovi messaggi in questa discussione Invia