Muldoon & The Other s/t 2005 - Rock, Blues

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David Muldoon è identico a Mark Lanegan. Fisicamente, si intende. Dalla copertina, almeno, l’impressione è questa. Per una concatenazione che si pensa essere logica, ma che in realtà è assurda, appare quindi scontato che il primo pezzo si apra con un vocione roco che rimanda ulteriormente all’artista americano. Una sorta di fisiognomica applicata alla musica? Forse è sufficiente parlare di fortissime influenze.

Muldoon and The Other suonano un blues che inizia parlando di donne e finisce occupandosi di New York e San Francisco. L’immaginario, dunque, è tracciato ed è totalmente in linea con il genere cui si fa riferimento. Oltre a Lanegan aleggia innegabile il fantasma di Tom Waits (soprattutto nella traccia conclusiva) e, non a caso, lo stesso Muldoon, americano da tempo residente a Milano, è frontman di una tribute-band a lui dedicata.

Se il cantato risulta impeccabile, diverso è invece il discorso per quanto riguarda le musiche, a tratti non all’altezza del carisma e della forza del leader del gruppo. Questa affermazione non va però letta in modo eccessivamente negativo: l’impatto sonoro è buono, compatto ed efficace, ma in certi passaggi si ha l’impressione che le canzoni non siano valorizzate al meglio. Accade nel primo brano, con un giro di chitarra quasi fuori contesto, che va a scontrarsi con un’interpretazione notevole di Muldoon, con il risultato finale di indebolire quest’ultima. Un discorso simile può essere fatto anche per altri momenti del disco e per certi arrangiamenti, ma insistere su questo particolare sarebbe ingeneroso per un lavoro che, ad ogni modo, affascina e cattura all’istante.

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La recensione s/t di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2006-03-31 00:00:00

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