Il precario equilibrio di "Vita condivisa" mostra l'abilità e le idee chiare che ha la band milanese, ormai prossima al decennio di attività: un album da ascoltare, apprezzare e valorizzare.
Quarto giro in studio di registrazione per Hofame, esperienza artistica attiva dal 2013 che chiude il cerchio attorno le esperienze di vita riconducibili al primo lockdown plasmando un lotto di canzoni nate nel 2020 durante i mesi di chiusura forzata: il risultato di questo impegno creativo è “Vita condivisa”, long play licenziato per Tafuzzy (nome a dir poco vincente, ndr.) Records / Riff / La Barberia / Goodfellas e reso disponibile agli inizi di dicembre.
Nove tracce a comporre la proposta d'ascolto complessiva, altrettanti nuclei autonomi che trovano linea di continuità nella libertà espressiva e nella totale emancipazione da schemi precostituiti: in un cosmo sognante ed etereo trovano posto echi e riverberi da post punk, digitalismi dream-ambient, new wave e venature lo-fi. Ne risulta un'esperienza dai paesaggi eclettici ed in continua evoluzione, con i timpani del fruitore ammaliati da questa forma così imprevedibile e aperta a molteplici significazioni.
Perché sono le variabili a decidere come vanno le cose, a orientare in modo inequivocabile un percorso rispetto ad altri mille: Hofame si accomoda nei tempi incerti suonandoli (e cantandoli) con piglio personale e felice messa a fuoco dell'intera fatica discografica.
Un album da ascoltare, apprezzare e valorizzare perché specchio del 2021, e che allo stesso tempo non si lascia ingabbiare nel momento storico: ennesimo gioco d'equilibrismo che la band milanese vince.
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La recensione Vita condivisa di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2021-12-29 05:41:46
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