Vanessa Van Basten Vanessa Van Basten 2006 - Metal, Post-Rock

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La pugnalata arriva così, indiretta ed improvvisa: i Vanessa Van Basten non fanno concerti. Lo dicono loro stessi nelle note che accompagnano il demo omonimo d’esordio. Ed è un peccato. Perché signori, questa band – anche se band non è, visto che il titolare del progetto è Morgan Bellini – spacca. Senza se e senza ma.

Le coordinate, ne conveniamo, non sono il massimo dell’originalità. Post rock strumentale, grasso e pesante, corredato da demoniache chitarre metal. Una roba che sa di muffa e ruggine da diversi anni. Ma, santo cielo, quelle melodie. Come si fa a restare impassibili di fronte a certi crescendo – sì, i soliti, vecchi crescendo – che ti sbattono per terra inondandoti di lacrime e rivalse? “La Scatola”, con i suoi ritmi brutali e i suoi torridi arpeggi, è un buco nero fatto di dolore in musica, figlio naturale delle desertiche malinconie targate Jesu. A seguire, ecco “She Took Me To The Restaurant” a disegnare le migliori esplosioni nel cielo degli ultimi tempi (chitarre ed emozioni come se piovesse). E poi la chiusura di “Metempsicotica Part III”, una nuova discesa nell’abisso.

C’è da sperare che qualcuno si accorga di tutto ciò. C’è da sperare che la vena creativa dei Vanessa Van Basten continui ad essere fertile. C’è da sperare che una vera band porti in giro questi brani. Perché il post rock ha parecchia strada davanti a sé. E qui non vediamo l’ora di ripartire. Ancora una volta.

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La recensione Vanessa Van Basten di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2006-08-04 00:00:00

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