Sedia The Even Times 2006 - Strumentale, Sperimentale, Noise

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La Wallace andrebbe inserita sul vocabolario tra gli esempi utilizzati per spiegare il significato del termine "etichetta". Un catalogo ormai sterminato, composto da capolavori e orrori, ma sempre all'insegna di stile, personalità e riconoscibilità. Una compattezza progettuale che vede i suoi artisti muoversi come un collettivo eterogeneo ed in costante fermento. Nei due anni di pausa dall'esordio dei Sedia, Mattia Coletti sembra essersi perfettamente calato in questo meccanismo d'espressione, regalando progetti come "Zeno", suo ottimo lavoro solista, o le astrazioni sperimentali dei Polvere. Una vitalità creativa che ora torna a sfogare nel progetto originale, costruendo "The Even Times", seconda uscita di una delle band più fisiche del panorama italico. Continuando l'ostico percorso intrapreso nel loro primo disco, i Sedia sviluppano ancora le loro mutazioni strumentali di rumorismo psicotico, accentuando l'ansia claustrofobica del post-core con sporadiche riflessioni matematiche. L'impeto primordiale che li accompagnava è intatto e le chitarre slabbrate si poggiano su ritmi dirompenti, con la mano inconfondibile di Fabio Magistrali a far ribollire i suoni. L'ambiente musicale è sorretto da strutture epilettiche, costruite con aggressività feroce. Brani ossessivi che sfiorano la melodia e la frantumano. Nevrosi strumentali affrontate a viso aperto e petto in fuori, con febbrile attitudine rock'n'roll e spontaneità emotiva al confine tra ragionamento ed improvvisazione. Molti i riferimenti che spuntano tra i dettagli, ma è difficile identificarli con evidenza. Primus e Shellac? Non proprio. Ruins e Don Caballero? Forse. Perchè "The Even Times" è soprattutto Sedia. Non un capolavoro, ma bisogna andarne un po' fieri.

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La recensione The Even Times di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2006-12-21 00:00:00

COMMENTI (1)

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  • utente0 18 anni fa Rispondi

    Molto bravi, molto bel lavoro. Un pò semplici alcuni passaggi rendono il tutto un pò prevedibile. Dal vivo un pò poco impatto per una band che dovrebbe basarsi su quello. Comunque bene. Niente post-core però... Dove c'è lo vedi?