LEDA Insonnia 2022 - Dark, Alternativo, Post-Rock

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Un tormentato ed evocativo soliloquio che, in mezzo a un tempesta dark, cerca di colmare un vuoto dentro l'anima

Terzo singolo che anticipa il secondo album dei Leda, formazione marchigiana che tra le ombre della notte lascia scaturire il suo spettrale e decadente canto di morte. E che, proprio in questo claustrofobico buio, racconta con dolore un'Insonnia dovuta a una incolmabile assenza.

Il testo, dal fortissimo potere evocativo, procede per immagini, in un tormentato soliloquio da parte di chi si trova a cercare un modo di riempire un vuoto insopportabile. Il dolore dell'abbandono, la sensazione di isolamento che attanaglia il cuore, tutto questo turbinio disorientante viene narrato dalla lamentosa e tremula voce di Serena Abrami, che nei suoi acuti disperati si sforza di trovare una via di uscita da questo labirinto inestricabile di pensieri. Un labirinto che viene rappresentato dal lugubre arrangiamento del brano, tra l'incespicante ritmica di batteria e l'angosciante muro sonoro a tratti post rock che basso, chitarra e synth creano incrociandosi tra di loro.

Tutta questa tempesta dark, così agghiacciante e tetra, non accenna a diradarsi, ma rappresenta fedelmente la sensazione di impotenza che ci immobilizza e ci tiene svegli in quelle notti dove si è totalmente soggiogati alle proprie ansie. Ma c'è un bagliore di speranza che ci permette di trovare un sollievo, per quanto sfuggente: la visione di "un'ecco di faro" che "annuncia a navi distanti: 'terra ferma'" è la consapevolezza che c'è un futuro più roseo all'orizzonte, anche mentre infuria la burrasca. E con questo pensiero nel cuore si può provare a chiudere gli occhi e riposarsi, anche solo per un poco.

 

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La recensione Insonnia di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2022-03-01 11:00:00

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