Daniele Gennaro Niente di nuovo 2021 - Cantautoriale

Niente di nuovo precedente precedente

Il debutto di Daniele Gennaro, classe 1959. Non è mai troppo tardi.

Non è mai troppo tardi. Il maestro Manzi insegna, Daniele Gennaro esegue. Dopo aver inseguito – a lungo è dir poco – il sogno di guadagnarsi la pagnotta come cantautore. Un sogno frustrato da un provino senza risultati alla Ricordi. Gennaro è solo un ragazzo, un ragazzo che si iscrive alla facoltà di medicina e che, col tempo, diventa uno stimato psichiatra.

Quando la musica sembra essersi eclissata in una nuvola di ricordi lontani, l’incontro con Paolo Enrico Archetti Maestri degli Yo Yo Mundi cambia ogni prospettiva. La parabola di Daniele Gennaro prende un’altra direzione: a 62 anni di età, l’ex ragazzo pubblica il suo primo disco sotto l’egida della Sciopero Records, Niente di nuovo. Meglio tardi che mai.

Niente di nuovo: titolo emblematico, a suo modo ironico. Quasi a dire: al diavolo l’innovazione, l’importante è scrivere canzoni. Meglio se belle, interessanti, non banali. Gennaro pesca da quella tradizione della canzone d’autore italiana che spesso si è confrontata con il song-writing nordamericano. Decidere di coverizzare Famous Blue Raicoat, uno dei cavalli di battaglia di Leonard Cohen, non è una scelta casuale. Ma i punti di riferimento del musicista piemontese attingono anche al primo Jackson Browne, a Bob Dylan, ai miraggi della West Coast, al folk britannico. I paragoni con Fabrizio De Andrè o Francesco De Gregori arrivano a cascata, idem quello con Mario Castelnuovo (ascoltare la tonalità della voce per credere).

I brani dell’album sono innestati all’interno di arrangiamenti molto curati, che impastano pennellate acustiche a delicati interventi di archi e di strumenti a fiato senza andare mai fuori giri. L’eccezione è tutta nel nervosismo elettrico di Sarebbe tempo (Talkin’ About the End), non a caso l’anello più debole della catena. Per il resto, il disco non presenta battute d’arresto evidenti, nemmeno quando irrompe qualche accenno al jazz o al Sudamerica. Gennaro è bravo a imbastire storie a volte malinconiche, vissute tra ricordi e incontri, sentimenti da condividere, puntate in Provenza se non a Venezia (“Acquatico sogno di dolore e nebbia”). Il giovanotto, bisogna dirlo se la cava bene. Avrà dovuto aspettare, ma ne è valsa la pena.       

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La recensione Niente di nuovo di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2022-03-16 17:11:00

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