Tammurrianti World Project Mani Sicure 2022 - Folk, Etnico, Elettronica

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La musica del Sud Italia al centro di una rete di incroci e commistioni nell'ottimo esordio dei Tammurrianti World Project

La musica tradizionale è un patrimonio che spesso si ritrova in una posizione difficile, stretto tra la necessità di rinnovarsi, anche in maniera eretica (Eugenio Bennato Docet), e sì quella di mantenere almeno qualche elemento di continuità che fosse possa far parlare di “traditio“ e non di creazione ex novo. Se da qualche tempo l’elettronica sembra aver aperto nuovi territori di contaminazione con il passato, e quando si sceglie di approcciarsi a un canone come quello della musica meridionale basata sul tamburo dal punto di vista della musica suonata, in gruppo e riprendendo standard classici, diventa difficile non ricadere nella reiterazione sterile, sempre buona per sonorizzare momenti di convivialità, meno per la produzione in studio; o, viceversa insistere in quelle forme di modernizzazione già abusate che ormai hanno un’aria plasticosa e sicuramente più demodé dei suoni tradizionali a cui si rifanno.

I Tammurrianti World Project con il loro esordio ‘Mani Sicure’ ci provano mettendo un approccio canonico, almeno per quello che riguarda le incarnazioni moderne della musica tradizionale (vedi ad esempio sono gli ‘E Zezi degli anni ‘90/00), basato su suoni, strumenti, strutture e melodie classiche, inedite o riprese dalla tradizione, insieme una scrittura contaminata che guarda in più direzioni. Guarda naturalmente ad est, a quel Mediterraneo plurale in cui si trovano Napoli e il Mezzogiorno d’Italia (Kanaghis), all’Africa, o alle origini rituali ed estatiche della musica meridionale, incarnate in percussioni tribali (il manifesto TammurriantiA Rareca). La natura meticcia di tammorra e tarantella è un topos ormai classico e sviscerato più e più volte negli ultimi decenni, ma il gruppo diretto da Michele Maione e Emidio Ausiello ci si muove dentro con sicurezza e fantasia, dimostrando che, se il progetto è qui al suo esordio, le mani che ci si muovono dietro sono già esperte: ogni paesaggio, connessione, significato, è valorizzato con scelte musicali adeguate e sempre credibili nonostante la varietà, che si tratti dei tocchi di trance-elettronica, reminiscenze della tara n’trance dell’indimenticato Carmine Infantino (A Rareca), delle tensioni dark folk (il manifesto Tammurriant) delle virate desert rock o afro/beat di Sole a Luntano, Facesse Luce, forse i momenti migliori e più originali del lotto. Rispetto a queste correnti trascinanti, risultano un po’ piatti i momenti più classici, anche se sono degli standard immancabili come Tammurriata p’o stocco, ballad toccanti come Luna Nuova o jam da ballo ipnotizzanti (La Perduta Danza), comunque sempre arrangiate ed eseguite con gusto e senza sbavature, valorizzate da un suono moderno e pieno.

Nel complesso comunque, benedetto da una buon livello qualitativo, ‘Mani Sicure’ è già un prodotto variegato e convincente, con un buon equilibrio tra tradizione e novità, in cui gli amanti dei suoni mediterranei possono già trovare pane per i loro denti; in un possibile seguito, però, sarebbe bello sentire i TWP osare ancora un po’, e provare a scrivere qualche pagina nuova di questa storia affollata ed inesauribile che è la musica del Sud Italia.

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La recensione Mani Sicure di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2022-06-19 16:51:42

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