Francesco De Leo Swarovski 2022 - Psichedelia, Pop, Elettronica

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De Leo punta l'occhio di bue su una donna diversa per ogni scena. Un disco dalle tante facce, come il gioiello più popolare che ci sia.

Nel mestiere del cantautore, o del musicista, ogni occasione è buona per stare al centro dell’attenzione. Che ci piaccia o no, la ricerca di quel fascio di luce sul protagonista muove sia anche per una percentuale infinitesima qualunque gesto artistico (e non) di chi fa parte di questo mondo. Per questo fa quasi scalpore utilizzare quest’occhio di bue, per mettere altri al centro dell’attenzione, in questo caso, altre.

Il nuovo progetto di Francesco De Leo funziona per sottrazione: si ricerca il cantautore nascosto tra le otto tracce di questo disco mentre a prendere la scena come protagoniste ci sono progetti di ogni estrazione e genere ad alternarsi al centro del palco, al centro della canzone, sotto l’occhio di bue. Si potrebbe definire un disco da produttore ma non è così: le canzoni riflettono la poetica a cui De Leo ci ha abituati, e soprattutto questo immaginario teatro a fare da cornice a personaggi che cambiano e si prendono l'attenzione del pubblico. Cambia la voce, ma la presenza c'è, si fa sentire. Cambia, appunto, l'inclinazione del faro, l'inquadratura che mette in primo piano il volto altrui, e così, libera la canzone dal personaggio che ci aspettiamo, valorizzandola ulteriormente.

Il progetto Swarovski vede così otto tracce – sette brani più una intro – in cui De Leo va cercato come frammento vocale o come entità autorale, tra le righe dei testi o le ambientazioni musicali, qui piuttosto danzerecce, un po' francesi, un po' vaporose. L'unico brano cantato dalla voce del cantautore è la title track manifesto, comunque con due cameo d'eccezione come M¥ss Keta e Populous a staccare l'attenzione di chi ascolta tramite la sorpresa, mentre synth brillanti simulano le mille facce di un gioiello. Non un gioiello elitario, ma un gioiello pop, che troviamo in qualunque centro commerciale, comprensibile a tutti e non per questo meno bello.

"Sulla spiaggia di Swarovski" un boombox bello grosso potrebbe suonare Guilty Pleasure, una potenziale hit fatta da bassi ciccioni e dalla voce sexy e ricca di reverberi di Lucia Manca, cantautrice raffinata qui negli insoliti panni della vocalist, con qualcosa che non stonerebbe nella colonna sonora di Drive. Una spennellata di French Touch anche nella melodicissima e quasi romantica French Cicciolina – un applauso per il titolo, per favore – dove al centro della scena troviamo Clementine Le Fruit, la stessa voce che ci ha dato il benvenuto in questo disco scintillante nella Intro.

Decisamente più riconoscibile è la voce di Rachele Bastreghi nell'ipnotica Chloë Sevigny Sosia, quasi un loop che gira su se stesso per un minuto e quarantaquattro, una melodia da carillon o da giostra, seducente come una modella, come "Claudia Schiffer, sulle riviste di qualche anno fa". un gioco di seduzione a cui partecipa soltanto la voce di Bastreghi, tra sussurri e parlati, per sedurre il pubblico e rapirne l'attenzione, come se questo album fosse un night club o un teatrino di burlesque. Meno minimale e più articolata, soprattutto grazie alla complicata linea di basso, Serpente, episodio in cui la protagonista è Vipera, mentre alla produzione c'è l'ausilio di Bruno Belissimo.

Se abbiamo intravisto tanta Francia sul palco di questo night club, si vola dalle parti dei Massive Attack per Top Model, una delle più riuscite dell'album, grazie alla voce di Cmqmartina e ad una melodia sognante che si stende sinuosa su chitarre con echi lunghissimi. Altro cambio di scenografia per il "cielo latte e menta" e la chiusura anni trenta di Bye Bye Bertolucci con la voce di una Maria Antonietta trattenuta e sottovoce, non per questo meno riconoscibile e meno potente.

In questa sequela di scene, come nelle migliori commedie, ognuna delle protagoniste ne esce impreziosita dai ruoli che ha interpretato, ma anche il regista ha affidato frammenti di sè ad ognuno dei personaggi che ha dato loro da interpretare. E quando l'occhio di bue si spegne, conosciamo un po' di più ognuna di quelle donne, ma soprattutto chi ha deciso di raccontarle. Nonostante la sua voce si senta ben poco, rispetto a quelle delle splendide vocalist a cui ha affidato le proprie melodie, Francesco De Leo ha inserito molto di sè in questo progetto dalle mille facce, ma tutte splendenti. Il sipario si chiude, il faro si spegne, ma quei personaggi li portiamo con noi.

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La recensione Swarovski di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2022-05-24 01:27:19

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