Jake La Furia Ferro del mestiere 2022 - Rap

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Il rapper milanese resta un fuoriclasse, anche dopo 20 primavere sulla scena

Nel settembre 2020, Jake La Furia pubblica l'album 17, con Emis Killa, ma di fatto sono passati sei anni dal suo ultimo disco da solista, Fuori da qui. Ascoltandolo ora sembra una parentesi goliardica – "Ho fatto un disco simpa e mi hanno pisciato tutti", mi ha detto quando l'ho intervistato – tra il suo primo disco, epico, Musica commerciale, 17 con Emis e questo suo nuovo lavoro, Ferro del mestiere.

Intro dell'album è 20 primavere, prod. Young Satana, che dice molto, se non tutto, del tempo che Jake ha passato a fare musica: il succo del discorso è che sono vent'anni che Jake fa rap e lo fa bene, ha ancora cose da dire e dischi da fare. Quindi spazio a tutti, ma portare rispetto.

Questi concetti di esperienza e di saggezza sono ben raccontati in Trips!, dove il producer è invece Night Skinny, con Yung Snapp e Noyz Narcos che consiglia di rispettare le parole "de uno più grande", e che sui segni dei loro passi quelli che vengono dopo viaggiano sicuramente più comodi. 

Rispetto, quindi, sogni popolari, vita veloce, le collane, le Jordan, le pistole, I soldi e la droga (con Lazza e la prod di Big Fish): Ferro del mestiere racchiude tutti gli stereotipi del rap, un po' di goliardia – in particolare sulla base di 2nd Roof nel brano Yeah con Emis Killa – e molti pezzi più riflessivi e intimi, ma sempre belli crudi e taglienti. Anche Jake ha capito che ci piace di più quando ci apre il suo animo, quando ci mostra anche i suoi lati più malinconici, a modo suo, ovviamente.

E ancora, La cosa giusta prodotta da Mace e featuring Inoki è una dimostrazione d'amore per l'hip hop anni '90 e per Milano, con citazioni d'oro per ricordi indelebili, e di nuovo malinconia, forse anche per colpa delle primavere che passano, inesorabili e per tutti, anche per i rapper. Inoki e Jake ci ricordano i film di Spike Lee, di quando il Leoncavallo era in Loreto e della gratitudine eterna alle panchine: più back in the days di così...

Gli altri brani mitici che mixano malinconia e tenerezza allo stile graffiante e inconfondibile di Jake sono Un altro weekend, ancora affetto e tanta stima per Max Pezzali da parte di Jake, che reintepreta a modo suo un'altra delle canzoni più emblematiche (e tristi) degli 883 – ossia Weekend –, e Indiani e cowboy, con la produzione di Don Joe. Si percepisce il feeling, la sintonia, suoni e parole sono mescolate in uno stile che si riconosce, come si riconosce la citazione di una rima di Sangue, strass, paillettes, album Dogocrazia, che era di Guè; tributo per intenditori, come Caramelle da uno sconosciuto prod. Dj Shocca, dove tornano gli scratch. L'esordiente 8Blevrai, invece, nel singolo con Paky L’amore e la violenza è la bella sorpresa di questo disco.

Tanti featuring e produzioni per raccontare sé stesso, la sua città e le loro mille sfaccettature, che trovano in Jumpman, con la produzione di Drillionaire, l'esaltazione delle migliori qualità di Jake, da "20 primavere" un fuoriclasse.

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La recensione Ferro del mestiere di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2022-06-21 10:32:00

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