L.ego Luci A Terra 2006 - Rock, Indie, Alternativo

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A volte in musica passa un decennio senza che apparentemente succeda mai nulla di nuovo. A volte in un paio d'anni il mondo si rivoluziona. È questo il caso degli ultimi anni. Pensate a quattro anni fa: usciva "Quello che non c'è" e gli Afterhours parevano cavalieri invincibili. Oggi una schiera di nuovi timidi barbari ha rubato la scena ai re. Quattro anni fa usciva anche il primo demo dei coneglianesi L.ego, in scia perfetta della band di Manuellone, dei Marlene Kuntz e di certe cose dei Subsonica, specie in certi passaggi di voce e tastiere. Pur con cuneesi già in crisi nera e i torinesi sulla soglia di un ripensamento del proprio stile, quello dei L.ego poteva apparire un prodotto tardo, ma nella scia di ciò che andava per la maggiore.

Oggi (o meglio, nel 2006) che esce "Luce A Terra", primo album dei L.ego, si scopre che il tempo è passato, inclemente, nuovi eroi mostrano i muscoli, ma i L.ego non se sono accorti. Non perché debbano scegliersi un nuovo modello da imitare, ma perché il suono di queste 13 canzoni non si è schiodato dai modelli, e in certi momenti pare pure uno sconcertante ibrido tra i primi Litfiba e i Subsonica. Sono perfino ripresentati tutti i sei brani che componevano il demo. Ora, non ho ascoltato il primo demo (per le note su di esso mi sono basato sulla recensione del buon Simone Stopponi), ma non è affatto importante: perché abbiano riarrangiato o no i pezzi, questi suonano esattamente come brani di un gruppo di terza fila dell'ondata anni '90. La fedeltà ai modelli si spinge persino, in "Giacca Blu" (cito un esempio a caso), a seguire certe evoluzioni filo-prog di "Terrestre" e a ricalcare anche metricamente i Marlene ("voglio una giacca blu" è ricalcato su "voglio una figa blu" di godaniana memoria).

Non si tratta di seguire le mode. Da sempre la provincia è stata serbatoio di un passato rock da cui ripartire verso nuove frontiere. Non è questo il caso. Qui si è prigionieri del passato e basta. E in arte, dove il linguaggio è tutto, questo è un peccato mortale. Non sono importanti le cose che si dicono: è importante come le si dice. E questo disco sarà anche ben suonato e denso della passione di questi ragazzi, ma essa non si comunica in nessun modo a chi ascolta. Ed è solo noioso.

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La recensione Luci A Terra di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2007-02-13 00:00:00

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