Bartolini Bart forever 2022 - Rock, Pop, New-Wave

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Il secondo album di Bartolini è una conferma per l’artista, tra potenza espressiva, sincerità e complessità sonora.

Non è facile raccontare la propria anima attraverso la musica, non bastano belle parole, ritornelli indovinati, melodie che funzionano. Qualcuno ci riesce ogni tanto, qualcuno mai.

Non c’è invece una singola volta in cui Bartolini non sia riuscito a mostrarsi nella sua complessità e nella sua realtà, passando da un brano all’altro per far scoprire sempre di più qualcosa della sua storia. Il culmine, senza dubbio, è rappresentato dal suo ultimo lavoro, Bart forever.

Già dal brano che apre il disco, 108, inizia un monologo intimo e sincero, dove riemergono il passato e una provincia ormai sfocata; il sound in parte traccia una connessione con Penisola, il primo album dell’artista.

Continuano ad esserci molti aspetti legati alla new wave, oltre alle chitarre distorte che si confermano un mezzo in grado di amplificare sensazioni ed emozioni negli arrangiamenti, come se cercassero di insinuarsi nei discorsi, tra le parole. Interessante è l’entrata in scena di una maggiore presenza dell’elettronica, di beat in grado di rendere il sound più profondo e denso, e di conseguenza più avvolgente.

Per la prima volta, però, Bartolini non si trova da solo nel suo percorso a ritroso tra i ricordi: in tre canzoni troviamo featuring con altri artisti. Settimane con gli European Vampire è un brano ipnotico, di una malinconia che rivela i suoi tratti più dolorosi come anche una sorta di rassegnata dolcezza, in un impasto di voci che funziona alla perfezione immerso in sonorità anni novanta.

Gli altri due feat, Non Piove con Lil Kvneki, e Luci con SANO e Altea (una delle voci più interessanti in Italia in questo momento), singolo prodotto da Arssalendo, che aggiunge intensità alla melodia, sono una sorta di effetto rebound: ancora più forza espressiva e voglia di gridare tutto quello che sembrava impossibile da raccontare, un vicendevole amplificarsi e allo stesso tempo trovare un equilibrio.

In tutto l’album non c’è un pezzo fuori posto, o qualcosa che sembri essere meno interessante del resto; a colpire subito, però è senza dubbio Fulmini, con la sua essenzialità che lascia spazio ad una vera e propria poesia alimentata da una dolorosa introspezione.

Quello che rimane dopo aver ascoltato Bart forever non sono la malinconia, l’ansia o le preoccupazioni, che tra le parole trovano comunque spazio. Piuttosto, accogliamo in noi un riflesso di luminosa consapevolezza di se’ che riesce a passare attraverso la musica e a far brillare anche le parole o i ricordi (di adolescenza, lacrime, amore, amicizia) che non ci appartengono. Che fare per riprovare tutto questo? L’unica cosa possibile, ascoltarlo di nuovo.

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La recensione Bart forever di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2022-07-16 20:17:00

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