Avventure comunisto-siderali su basi new wave e 8bit.
Un cortocircuito tra passato e futuro, tra retromania e avventurismo spaziale: questo è un po’ il sunto di Estremofilia cosmica e operaia, nuovo album dei Cobol Pongide dedicato al racconto futuristico di un alienante – è proprio il caso di dirlo – capitalismo spaziale e multiplanetario, e della nascita di una forma di contropotere, appunto chiamata Estremofilia cosmica e operaia, il cui obiettivo è quello di fornire una coscienza di classe alle nuove masse spaziali ingiustamente sfruttate. La trama del disco si sviluppa nei diciassette brani che lo compongono, alternando momenti che accarezzano i confini del nonsense e del surreale con altri durante i quali si assiste a vere e proprie disamine sociopolitiche aventi come tema la lotta di classe interplanetaria.
Tutto ciò viene antiteticamente riversato, con ammirevole gusto del paradosso, su sonorità tecnicamente ben ancorate nel passato, in un cortocirtcuito tra analogico e digitale capace di mandare in confusione qualsiasi radar: il sound dei Cobol Pongide incrocia i quattro quarti secchi della primissima new wave, figlia diretta del post-punk, con le sonorità retrodigitali del mondo 8bit. Più di una volta si ha la sensazione di aver tirato fuori dall’armadio il primo Game Boy regalatoci da piccoli per farci giocare i New Order; non si può che rimanere ammaliati dalla capacità dei Cobol Pongide di dipingere sterminati scenari cosmici con un armamentario tecnico e sonoro relativamente ridotto.
Estremofilia cosmica e operaia è una space opera di nicchia, tematicamente e musicalmente non adatta a tutti. Se amate immergervi nelle belle speranze dell’innocenza a 8bit, oppure se avete curiosità di come potrebbe evolversi la lotta di classe nei prossimi decenni di esplorazioni e conquiste spaziali, qui troverete senz’altro pane per i vostri denti.
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La recensione Estremofilia cosmica e operaia di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2022-12-28 15:13:11
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