Eniac Ice Estate 2005 - Elettronica

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Eniac è il nome che dò a tutte le macchine che passano sotto le mie mani durante il lavoro vero. Scartando l’ipotesi che Fabio Battistetti abbia deciso il proprio nome d’arte dopo un mio intervento ad un suo PC, credo sia più plausibile un riferimento allo storico computer in uso presso il ministero della difesa americana durante gli anni ‘50. Pensate ad un groviglio di cavi e tubi catodici grandi come una stanza e complessivamente meno potenti di un Vic 20: L'estetica musicale del progetto Eniac prende spunto da quest immagine: macchine scarsamente potenti usate per creare suoni a bassa fedeltà, ben al di sotto anche degli 8000 hertz ad 8 bit.

Il retrogaming più oltranzista trova la sua valvola di sfogo creativa nell'iterativa psichedelia di cinque tracce minimali, suonando come gli Autechre più nerd in cassa 4/4 e mostrando una discreta cura nella scelta dei campioni ritmici, sebbene ogni tanto balzino all'orecchio suoni d'annata. E' forse la stesura a lasciare un po' il tempo che trova: i loop stufano abbastanza presto, anche quando vengono sottoposti all'azione di un delay leggermente fuori tempo per aprire le strade circolari già percorse da Steve Reich in composizioni come Pendulum Music.

Di certo Fabio Battistetti questo già lo saprà, data la non breve esperienza in ambito home recording ed il contatto con gli ostacoli al live propri di un laptop musicista, spesso ridotto alla ripetitività per marcate difficoltà nel controllo real time delle macchine. Rimane forse un po' di amaro in bocca per tutto ciò che questo EP avrebbe potuto essere, d'altra parte è difficile pensare ad un pubblico in completa stasi durante la proposta outdoor.

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La recensione Ice Estate di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2006-07-28 00:00:00

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