Vanina Vincent Vibrante 2022 - Cantautoriale, Pop, Electro

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Il nuovo lavoro in studio di Vanina Vincent conferma le aspettative positive e sorprende per estro e vocazione sperimentale

In considerazione dell'inequivocabile valore artistico di cui era intriso il suo ultimo singolo El mundo pide color (di cui abbiamo parlato qui), aspettavamo un ritorno produttivo in termini di lavoro discografico completo e, in men che non si dica, siamo stati accontentati. Vibrante, il nuovo album – in verità un Ep – della cantautrice italo-argentina Vanina Vincent arriva a sedare ogni eventuale dubbio sulle capacità intuitive di una personalità artistica ben definita per quanto riguarda origini e radici, ma anche perfettamente capace di espandere a dismisura i propri orizzonti senza perdere di vista la propria identità. Caratteristica, questa, che a un primo ascolto può dare adito a ripensamenti in merito a scelte stilistiche apparentemente più eterogenee del dovuto ma che, nella realtà dei fatti, riesce a donare luce a soluzioni ampiamente assimilabili in un contesto che fa della contaminazione emotiva – più che di genere – uno dei suoi principali punti di forza.

I cinque tasselli che compongono quel gioiello di raro splendore che è Vibrante, prendono come trampolino di lancio proprio la grazia e la purezza di un gusto melodico che si fa espressione di un sé riappacificato con una personalissima rosa di venti emozionali sprigionata dal suddetto singolo, ma cercano e trovano con sfavillante abilità una ramificazione discorsiva che riparte da precisi e distinti soffi elettronici per adagiarsi anche su elettricità ritmiche sinuose ma pur sempre delicate, raffinate e coscienziosamente misurate su metriche sempre latineggianti ma aperte anche a rispettosi influssi esterni.

È il caso di un brano come Infinita che, se da una parte, negli arrangiamenti, porta comunque avanti il discorso folkloristico di derivazione, dall'altra adotta un mood reggae di natura grave che prepara il terreno per il coinvolgente crescendo tribale di Sagrada, in cui il carico etno-folk viene accresciuto in potenza espressiva grazie a una graduale fascinazione per danze etniche e rispettivi trascinamenti sensoriali senza tempo.

Ma il lato più popolare di un lavoro come Vibrante – e, si direbbe, di un intero progetto artistico così intenso e magnificamente sensato – cela un volto che non si ciba solo si tradizionalismo e aderenza a una più o meno filologica – per quanto personale – riproposizione di sempreverdi sonortà identitarie. Scoprire la più sincera e sostanziale genuinità di un'artista come Vanina Vincent semplicemente lasciandosi trasportare dall'ascolto è quanto di più salutare si possa ricevere da un improvviso – ma mai inopportuno – recupero di passionalità elettroniche che ora prendono il formato canzone e ne fanno qualcosa di intermedio fra l'etereo e il viscerale – come in Silencios – e ora cambiano completamente rotta per trasportare l'udito verso mondi decisamente diversi ma ugualmente utili a cesellare una cartina emotiva che non escluda nulla nella diramazione delle svariate idee riposte in un bagaglio che tutto contiene fuorché scontatezza e asetticità.

È quanto viene sprigionato dal potenziale capolavoro dell'album, Luz de luna, superlativa e sorprendente dilatazione ambient-drone a cavallo tra le migliori produzioni di Thomas Köner e Giulio Aldinucci, in sovrannaturale flirt con gli Ulver più sperimentali nell'incedere di innesti vocali delicatamente sciamanici che confluiscono, se possibile, in ulteriori suggestività tribalistiche meditative ma ardenti, sacrali ma pulsanti di vita concreta anche se sotterranea e rarefatta.

Complessivamente, Vibrante rientra di diritto tra i lavori più meritevoli e interessanti tra quelli proposti in tempi tristemente scarni di senso e contenuto, e lo fa senza alcun timore di consolidare l'importanza della libertà espressiva come unico baluardo per riemergere da un torpore collettivo omologato e spersonalizzante.

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La recensione Vibrante di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2022-11-23 15:12:56

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