Dopo aver ascoltato per la prima volta Prisma di Bordeaux si rimane abbastanza esterrefatti. L'EP d'esordio della giovane artista romana mette insieme cinque pezzi tanto concentrati (nessuno di loro supera i tre minuti) quanto diversi tra loro.
Tra un brano e l'altro la cantante classe '98 passa infatti con grande disinvoltura dalla latin-trap di Sine al disperato acoustic pop di Nodi, passando per il dark pop di Fiori Ghiacciati. Nelle canzoni che compongono Prisma, Bordeaux sfodera una voce calda, sensuale e avvolgente. Un filo rosso che, correndo lungo tutto il disco, rispecchia benissimo le atmosfere e le sensazioni incarnate dal colore che ha ispirato il suo nome d'arte.
Un po' Rosalía, un po’ Billie Eilish. Bordeaux è riuscita a racchiudere in un unico, piccolo album un vero e proprio bignami dei suoni più cool del momento. Un risultato notevole, soprattutto se si calcola la brevissima durata del disco: meno di 13 minuti.
Prisma, frutto della sinergia tra Bordeaux, il musicista Dario Jacque e il produttore Simone Vitale, è un EP che non passa di certo inosservato. Pur nella superficialità dei suoi pezzi più banger (Sine e Ciliegin), il primo album della cantante classe '98 riesce a mescolare elegantemente pop, elettronica e rap.
Un mix in grado di rispecchiare le tante anime musicali di una artista giovanissima ma con le idee molto chiare sul percorso che ha deciso di intraprendere.
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