Andrea Negrini Another Day Another Night 2022 - Rock, New-Wave, Punk rock

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L'eterna lotta tra concetti contrari è quella forza che permette la vita, il movimento e l'azione. Qui viene fuori tutto, con un sound electro pop figlio di grandi band internazionali.

Another Day Another Night è il nuovo disco di Andrea Negrini, giovane artista veneto.

Si tratta di una raccolta di otto brani in lingua inglese che oscillano tra il pop internazionale, il rock e la new wave. Un disco dove si scontrano gli opposti, la notte e il giorno, la realtà e il sogno, la guerra e l'amore ecc.

Nella title track, ad una batteria elettronica abbastanza essenziale si uniscono un basso elettrico pieni di fraseggi, chitarre crunch e pad in un mid tempo che ti prende pian piano. Cambio di passo immediato con Green Eyes, che parte più veloce ed aggressiva, su basso e ancora batteria elettronica. Bello il gioco di pieni e vuoti tra strofe e ritornelli. Le chitarre qui fanno da cerniera tra i moduli compositivi.

Keep Flying mantiene un tempo andantino e continua a tessere trame ritmiche con basso e batteria. Il sound è tutto qui, in questi primi tre brani. I suoni sono molto omogenei da una canzone a un'altra, quasi si cercasse una continuità anche narrativa. Il sound è un po' U2 dei primi lavori, un po' Depeche Mode, a cui la voce si rifà per impostazione e profondità delle medio basse nell'equalizzazione generale.

Anche Taste si muove subito su cellula ritmica di batteria e basso. Il suono risulta più pieno e l'elettronica si prende un po' più spazio, con pad e tastiere filtrate con tanto delay alla The Edge nelle chitarre.

Non cambia l'orizzonte musicale neppure in Time for Aching dove il tempo disco vorrebbe forse sparigliare le carte, ma l'arrangiamento non le permette di rendersi leggero e ballabile. La voce qui è più effettata e resa distante da un reverbero più carico. Il suono delle chitarre ancora una volta serve per cucire assieme le parti di transizione tra un modulo e un altro. Più si va avanti nell'ascolto e più il sound si orienta verso la produzione dei Depeche Mode, fino a sfiorarne la citazione. Qualcosa cambia in A Kiss, dove l'armonia risulta meno dark e la ritmica del rullante dà un certo movimento all'intera canzone.

Under Naked Nature parte ancora con batteria e basso a cui si uniscono le chitarre, percussive e ritmiche. L'ambient torna ad essere quasi asfissiante, senza vie d'uscita, anche grazie all'ostinazione della batteria che ora toglie totalmente ossigeno, ora ne restituisce la quantità minima per fare sopravvivere il groove.

Chiusura affidata a The Easiest Song Ever Written che parte subito a regime e sembra ancora una volta un modo per allegerire le sonorità del disco e restituire all'ascoltatore una linea melodica cantabile e facilmente riconoscibile. Se fosse stata messa al centro della tracklist avrebbe forse funzionato ancora di più, fornendo una sorta di effetto sorpresa, di pausa leggera dentro un disco con un sound molto compatto, denso e scuro.

In conclusione Another Day Another Night è un disco con un carattere ben preciso che però si fa carico al suo interno di un sound che non possiamo definire innovativo o del tutto originale. Il parco armonico, il sound generale l'abbiamo già sentito negli anni in giro per registrazioni storiche. Nondimeno si tratta di un lavoro coerente, capace di generare emozioni. L'ascolto risulta fluido, anche se troppo poco vario, se non per minime parentesi dove però il sound generale resta in ogni caso molto invadente e preponderante.

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La recensione Another Day Another Night di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2023-03-21 18:10:24

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