La musica degli Ekeskog prende forma dopo lenti preliminari e intime relazioni armoniche. I riff delineano poco per volta la struttura di giri, poi ripetuti quasi senza alcuna variazione apparente, fino a lasciar scorgere l'intreccio con arpeggi e suoni che, complicando la melodia originaria al punto di impadronirsene completamente, ne deformano l'aspetto iniziale.
Emily, 8 minuti e mezzo di un dialogo crescente, la più lunga delle tre tracce contenute in Little entertainment, inaugura questo Ep, coltivando un'espressione cupa e spettrale. Solo il cantato, fragile e acerbo, sembra infrangere l'opprimente atmosfera cavernosa emersa dalle sovrapposizioni strumentali.
Gli arpeggi dissonanti di Close sorretti dalle linee di una batteria soffusa e un basso rauco conducono, strizzando l'occhio al post-rock dei June of '44, all'ultima traccia: The trap. Intramezzata da vari interludi delicati che talvolta lasciano presagire una morte apparente, gli strumenti si concedono tempo per risorgere progressivamente esplodendo, al culmine, in un seghettare isterico e in pulsazioni nevrotiche.
Prossimi alla detonazione o agonizzanti preludi della morte delle tracce, parentesi desolate di suoni dispersi, i silenzi nei quali sono annidati sussurri di chitarra e velature di delay, sono i momenti chiave del disco, dove prendere respiro e lasciarsi trascinare via.
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