Da un lato il legame con la terra di origine, impareggiabile serbatoio di storia e di culture. Dall’altro, la passione per le sonorità del metal che si mischia alle atmosfere dilatate del post-rock. Si potrebbe partire da qui per definire i Littu, duo sardo all’esordio discografico con l’album “Accolti da antiche radici”, ma non sarebbe abbastanza per descrivere il loro stile e comprendere la loro poetica.
L’esperimento di questo progetto infatti è quello di addentrarsi in territori oscuri utilizzando una doppia chiave linguistica, l'italiano e il sardo, attraverso lunghe composizioni che mettono insieme suoni decisi e melodie. Allo stesso tempo, quella dei Littu è una musica immaginifica, le cui rappresentazioni si figurano in grandi spazi privi di caos ma densi di emozioni.
Un immaginario denso e malinconico il cui difetto è quello di non essere immediatamente accessibile, proprio per le sue caratteristiche: un album poco incline al compromesso, che rischia di sovraccaricare l’ascoltatore. O meglio, chi non riesce a calarsi pienamente nel paesaggio dipinto mediante le note di questo album.
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