Un lavoro tra rap e pop, influenzato dalle filosofie orientali
Flavio Zen, produttore e rapper di origine salentina, classe 1991, arriva con alle spalle una discografia già abbastanza folta a questo ultimo ‘Mushin’, un disco che corona un percorso fatto di rap e studio della filosofia zen e del buddhismo. Uno strano mix che dà vita ad un album in realtà meno strano di quanto potrebbe sembrare dalle premesse.
Il percorso zen sì concretizza, certo, in una serie di riferimenti inusuali (lo stesso mushin, lo stato mentale portato dalla meditazione, o il mantra Om Mani Padme Ohm) e in una atmosfera malinconica, venata di serenità, che innerva alcune delle produzioni (Mushin, Shinobu). Ma il tutto convive, con poche, interessanti frizioni, con un lavoro improntato, in realtà, su due coordinate abbastanza note: da un lato una vena rap relativamente familiare per sonorità e contenuti (Con i beats), dall’altro un pop/rap moderno, elettronico e ricco di melodie. Flavio Zen ci sa fare, e si muove agevolmente sia sui flow più tradizionali che sulle parti cantate, a volte giocando sulle note alte inseguendo le sonorità di un Mahmood (Sotto la mia pelle), altre volte rimanendo su toni più bassi e un’impostazione quasi reggae.
Una manciata di brani arriva dritta e rimane impressa (Kawaii, Kotodama, Sciamani), ma nel complesso si accusa un po’ di disordine, non aiutato dal fatto che alcune tracce provengono da vecchi lavori e dal fatto che la tracklist è integrata da versioni in acustico e beat dei brani, quasi come in una (prematura) deluxe edition. Tutto sensato nell’ottica di un album che corona un percorso, ma più rischioso se l’obiettivo è anche presentarsi a chi non ha seguito le tappe precedenti.
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La recensione Mushin di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2023-06-22 17:48:26
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