Carmine Tundo La valle dell'Asso 2023 - Cantautoriale, Indie, Folk

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I racconti di una comunità, una piccola contea di un sud che forse non esiste più o forse, dentro i vicoli più stretti, nelle chiese abbandonate continua a perpetrare un modo di pensare e agire d'altri tempi.

La Valle dell'Asso è il nuovo lavoro di Carmine Tundo, cantautore leccese con alle spalle la vittoria di SanremoLab e la militanza nella band La Municipàl.

Si tratta di una raccolta di dieci brani che si muovono dentro sonorità acustiche, delineando un genere tra il cantautoriale e il folk.

Il disco è una sorta di lungo racconto ambientato in una contea immaginaria. Tante piccole storie di una comunità del sud come tante.
Si apre con Preghiera di Sirgole, introduzione recitata su un arrangiamento che parte minimale e va crescendo, assecondando la declamazione.

Il canale dell'Asso è una specie di presentazione geografica del canale dell'Asso, un torrente che non sfocia mai sul mare. Il sound è super acustico, la batteria è essenziale e morbida, come il basso, suonato "in due". Le chitarre acustiche rendono caratteristico l'ambient sonoro.

La calma prima è un intermezzo, un sussurro del cielo prima della tempesta.

Tempesta è subito molto ritmata e vede l'inserimento di una chitarra elettrica con effetto tremolo. Il sound è sì, molto acustico ma anche molto compatto, ben unito grazie anche ai cori e alle armonizzazioni sulla voce principale.

L'arcangelu Michele si presenta invece con un arpeggio veloce di chitarra su una batteria dimezzata, che dà un andamento strascicato, favorito dal dialetto del testo.

L'onorevole De Maria è un breve ritratto strumentale, giusto poche pennellate che durano poco più di un minuto. La chiesa madre di Galatina entra subito a regime, con un arrangiamento già partito e veloce come un treno. Racconta del tipico modo di incedere del pensiero e del gossip dei piccoli centri del sud. Una canzone che ha molto dei personaggi "periferici" di De Andrè, pochi tratti descrittivi, ma una forza evocativa potentissima.

Lucia da Collemeto è un cambio di passo, un rallentamento che prende pian piano la forma di una marcetta, dove il rullante la fa da padrona in un crescendo che sfocia ne Il primo raccolto. La batteria smette la marcia e l'ambient trasmette il caldo di fine estate e il testo si muove suadente, sorvolando la storia, prevedendo un finale, la maledizione dei vecchi amanti.

Si chiude con Chiusa, altro intermezzo di circa un minuto: un cartello di "arrivederci" dalla valle dell'Asso.

In conclusione La valle dell'Asso è un disco che rappresenta un microcosmo a sè stante ed autosufficiente. Non un capitolo di una discografia, ma una discografia intera. Non si tratta di un lavoro che ricerca la radiofonicità e il mainstream, ma un disco che cerca di raccontare, come si faceva una volta, una storia, un insieme di storie, una comunità.
L'ascolto risulta sempre leggero e piacevole grazie anche al lavoro di missaggio e mastering che restituiscono un risultato naturale, chiaro e poco compresso.

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La recensione La valle dell'Asso di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2023-07-13 14:47:32

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