Gli Amaro Chinaski all'esordio con sei tracce tra pulp, hard rock e distorsioni
Gli Amaro Chinaski iniziano a suonare insieme nel 2018 a Roma. Da allora provano e iniziano a registrare il loro primo ep con cui debuttano nel 2021. Si chiama Amaro Chinaski – come la band – e spazia da influenze stoner, a pulp e hard rock.
Per tutte le sei tracce del disco la chitarra distorta di Gianluca Giurin graffiano i coni degli amplificatori, richiamando i Motörhead. Basso e batteria picchiano duro, scandiscono il tempo a suon di cassa pestata e riff profondi. È hard rock per nostalgici, che aggiunge poco alla scena.
Il power-trio però ha già avuto esperienze con altre band prima di questa, e si sente. La tecnica è invidiabile, precisa, e anche la produzione dell'ep rende piacevole il sound sporco dell'hard rock e delle distorsioni. È un'opera prima che dopo sei brani tende a ripetersi, fatta eccezione per A portata della mano. Grazie al ritmo incalzante, la canzone riesce a insinuarsi nelle orecchie di chi ascolta in maniera più subdola delle altre tracce, e senza rendersene conto il collo ondeggia avanti e indietro.
Amaro Chinaski è un ep senza problemi, che però non riesce a dimostrare le capacità della band romana. Come debutto già questo non è scontato.
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La recensione Amaro Chinaski di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2023-05-10 18:24:00
COMMENTI (1)
Ineceppebile!
Bella recensione 🤘