Mammut Nel Caos Tutto quello che rimane sopravvive alla morte 2023 - Elettronica, Alternativo, Spoken word

Tutto quello che rimane sopravvive alla morte precedente precedente

Il suono della morte, della vita che diviene sempre più labile e sensibile alle interferenze dell'infinito. Un disco che va ascoltato con le orecchie e con il cervello ben accesi per captare tutti questi disturbi al confine della vita.

Tutto quello che rimane sopravvive alla morte è il nuovo lavoro di Mammut Nel Caos, progetto one man band di Angelo Barraco, poliedrico artista Marsalese.

Si tratta di una raccolta di sette brani dedicati a chi è morto troppo presto, per propria volontà o per un destino avverso, una sorta di requiem per aiutare l'elaborazione ed il significato del lutto.

Come un cane sulla spiaggia e Prove tecniche di nuoto contraddicono nel sound i titoli che sembrano riportare all'estate e a momenti balneari. Il primo brano, strumentale si muove inquieto inseguito dall'abbaiare di cani. Il secondo brano si avvale di una voce narrante che racconta di un corteo funebre.

Le notti di Kiev prende spunto dalla guerra in Ucraina e in un testo recitato e reiterato sembra di sentire le sirene della contraerea, lo shock acustico dei missili e delle bombe.

Giovedì Santo è un altro brano strumentale che mi permette di collocare il sound di questo disco tra il rock, il post-rock e la ricerca di suoni sintetici che siano in qualche modo onomatopeici o che comunque riescano ad essere evocativi di momenti di vita vissuta. In questo caso si scontrano un synth pulsante con poche note singole di pianoforte.

Zona Espansione Nord è un altro strumentale fatto di fischi, feedback ed effetti Larsen che servono a raccontare la problematicità di questo tristemente famoso quartiere, la Zona Espansionie Nord, appunto, della città di Palermo.

Oceano ancora strumentale, si avvale di tanta elettronica per cercare di restituire il suono della sontuosità dell'oceano e, non dimentichiamo, l'inquietudine della morte che è sempre presente in ogni traccia e che è il filo conduttore dell'intero lavoro.

Si chiude con Un albero osserva le mie foglie cadere, titolo paradossale dove per la prima volta, l'artista punta l'attenzione su se stesso. Si continua a giocare con suoni e disturbi lontani, con una sorta di collage di suoni del '900.

In conclusione Tutto quello che rimane sopravvive alla morte è un album decisamente sperimentale, anche se il solco in cui si inserisce esiste da parecchi anni e ha visto anche band i Pink Floyd sfruttarne la potenza evocativa. Più che un interesse musicale, sembra esserci un interesse quasi giornalistico, quasi di cronaca, nel caso specifico cronaca nera. Tutto ciò che di disturbante si ascolta altro non è che il racconto puntuale di una vita che si interrompe per i più svariati motivi.

L'ascolto non è semplice e l'orecchio cerca l'aiuto dell'occhio che, leggendo i titoli dei brani cerca un appiglio linguistico che la musica, in quanto non linguaggio, non può offrire. Risulta chiaro che questo è un disco che non cerca approvazione discografica ma riscontro artistico di più ampio raggio ed ha tutte le carte in regola per ottenerlo.

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La recensione Tutto quello che rimane sopravvive alla morte di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2023-07-05 17:22:22

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