Silence is sexy EP 2006 - Indie, Elettronica

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Con un nome così bargeldiano (chi non conosce questo disco degli Einsturzende Neubaten, uscito per la Mute nel 2000, capolavoro pop della formazione tedesca, scarichi seduta stante e acquisti appena può) ci si poteva aspettare di tutto. Industrial. Noise. L’ennesimo gruppo checca che tenta di imitare i Marlene Kuntz e millanta ipotetiche influenze tardo romantiche. Invece no.

“Prove tecniche” è il secondo demo dei Silence Is Sexy (il primo è datato 2004-5) e si apre come un out-take dei Lali Puna. Berlino sullo sfondo anche se Roma – stanza del gruppo – è lontana. La successiva “Attention” conferma l’impressione indietronica iniziale e anzi la accentua quasi da farti pensare al plagio. Impossibile sgombrare il campo dai mostri dolci che dominano l’immaginario e lo scenario post-krautiano tedesco. Fatto di glitch e melodie soffici, parole sussurrate con suoni in un equilibrio pressochè estatico. Anche perchè poi uno passa la tempesta dei Boards of Canada e arriva al pezzo migliore del disco, la pop “Mice End”, e ci riflette un po’ su. Pensando, in malafede, che si tratti di una canzone dei Postal Service. Quando in realtà è sicuramente un pezzo “che è uscito così, alla Postal Service”.

Chiaramente la differenza di mezzi tecnici rispetto a queglialtri fa molto. Ma credo che al momento questo EP – onesto, con qualche buonissima intuzione, ma debole – pecchi in tre fattori: 1) il songwriting, fin troppo abbozzato; 2) i suoni, costruiti con buone macchine, ma di maniera per essere di genere; 3) la voce, la cui impostazione tende molto al bel canto dimenticandosi dell’importanza del timbro. Detto questo, sono tre volte felice che finalmente anche in Italia, a livello di emergenti, qualcuno si confronti con questo genere, cercando il tocco (anche se solo io ho l’impressione che il bellissimo omonimo degli Electric President - Morr, 2006 - sia il canto del cigno?). Peccato essere arrivati, come al solito, con quasi due manciate d’anni di ritardo. E perdipiù senza neanche un contratto in mano.

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La recensione EP di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2006-11-03 00:00:00

COMMENTI (6)

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  • junkyard 18 anni fa Rispondi

    ciao regà, sono riccardo dei trans vz.....dai è andata bene, con Pastore poteva andà anche peggio, ha fatto piagne e suicidà migliaia de gruppi in Italia.... vi dico solo "bella zi"
    Giuliè, dai, fatte sto timbro sennò non te fanno rientrà...
    ciao

  • carlo 18 anni fa Rispondi

    Questo lo spero. E' che il disco degli Electric President è veramente la summa di tutto. Aspettiamo evoluzioni. (Però la Morr fa copertine sempre fiche eh :P)

  • nicko 18 anni fa Rispondi

    dal vangelo secondo me/mode on
    l'indietronica ha rotto i maroni già dopo neon golden.
    dal vangelo secondo me/mode off
    :|

  • manfredi 18 anni fa Rispondi

    L'indietronica è viva e lotta insieme a noi!:)
    (benché la Morr boccheggi da un bel po')

  • carlo 18 anni fa Rispondi

    in bocca al lupo sincero anche da parte mia. ci sono potenzialità, qui.

  • eatsplastic 18 anni fa Rispondi

    al di là della critica - sempre utile - volevo fare i complimenti a questo gruppetto. mi sono piaciuti. in bocca al lupo per il futuro.