Giooge Nel sangue 2023 - Cantautoriale, Indie

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Il nuovo album del cantautore pugliese parte da vecchie registrazioni per rivisitare un'idea di sé in chiave odierna sulla base di esperienze pregresse

Nato da ventennali registrazioni ritrovate chissà quanto per caso in chissà quale cassetto e rivisitate in chiave attuale grazie a rinnovato spirito compositivo e sempre viva predisposizione comunicazionale, il nuovo album del cantautore pugliese Giooge – al secolo Giovanni Creti – ha tutta la gradevole aria di un prodotto volutamente stanco in funzione di una trasmissione di intenti che oltrepassi le scialbe barriere del consumo musicale per centrare il bersaglio, invece, di una sorta di riappacificazione con ciò che davvero sta alla base del senso stesso dello scrivere una canzone.

Tornare sui propri passi per farli nuovamente propri con la forza dell'esperienza e, al contempo, valutare chi si è stati e chi si è oggi, non è cosa comune a tutti. In un album come Nel sangue – prodotto in collaborazione con Pietro Forleo – questa percezione riflessiva emerge e si amplifica a dismisura, poco importa se a discapito della cura del suono o della godibilità complessiva di ciò che potrebbe essere definibile come prodotto. La sostanza sta altrove, parte proprio da quel suono ma si evolve al di fuori del contesto di base, tessendo trame che si avvolgono come rampicanti all'esistere odierno in funzione di ciò che ha contribuito, in passato, a delineare identità, capacità discorsive e conseguenti possibilità di divulgazione.

Stilisticamente parlando, matrici cantautorali su piedistalli acustici vengono impreziosite da arrangiamenti orchestrali al limite dello spettrale, sulla cui superficie una accorata predisposizione verbale – certosina nel suo confluire verso sponde esistenzialiste non di poco conto – contribuisce a creare quel necessario alone di mistero sensoriale capace di trascendere le immagini cognitive per farne sostanza umorale (Nessuno ci dirà). Un atteggiamento, questo, che conduce quasi naturalmente verso soffuse opacità tra il 'cooderiano' e il visceralmente mediterraneo (La campanella di Thich Nhat Hanh), mentre le orchestrazioni di cui sopra sfogano la loro essenza più drammatica in isolamenti concettuali (Infinite immagini) e si affiancano ad elementi acoustic-alternative generatori di genuine ridondanze emozionali (Vola colomba) così come di sperimentalismi senza freni inibitori legati a qualsivoglia presunzione di accomodamento uditivo (Supernova). Concorrono al raggiungimento di salvifici obiettivi di diversificazione anche elementi alt-art-rock sempre di cesellatura sperimentale (Vecchi), ulteriori scarnificazioni strumentistiche (Nel sangue) e curiosissime reinterpretazioni tramutate in nuove personalizzazioni argomentative (Povera patria).

Di certo non siamo di fronte a un album definibile come completo né particolarmente soddisfacente da un punto di vista strutturale, ma proprio questa caratteristica di profonda asciuttezza materiale lo rende ideologicamente urgente e gli dona un senso caratteriale capace di spingersi decisamente oltre la sola rappresentanza di oggetto sonoro fine a sé stesso.

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La recensione Nel sangue di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2023-06-08 16:12:08

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