Un progetto improntato sulle figure estrose e non proprio inesperte di Paolo Esco (voce, piano e tastiere), e Riccardo Dal Prà (chitarre, tastiere e basso in due tracce). Un album di musica leggera, pop oriented ma di ispirazione rock. Musica ben eseguita e orchestrata, ma come eseguita da turnisti che non condividono lo spirito del progetto. Rinchiusa in schemi mainstream. In una gabbia da cui gli strumenti cercano di correre via sfavillando.
Le melodie e la voce viaggiano sulla lunghezza d'onda di Nek e Antonacci, con la lodevole differenza di arrangiamenti e testi più calibrati e consistenti. Invece nelle migliori espressioni gli Esco sprigionano coralli come i Matia Bazar. E non solo nella cover di "Ti sento".
Sono come Renato Zero se fosse nato oggi: più giovane, superficiale, appiattito da ogni eccesso di epoca e persona. Perché in questo album di eccessi, estremi, pensieri forti e forti emozioni non ce n'è. C'è un po' di rock e di elettricità, ma non salverà come il defibrillatore. C'è una scossa più ideale che reale, che smuove appena in superficie. Suggerisco di cercare più carattere.
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La recensione Esco di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2007-01-17 00:00:00
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