vinicio simonetti MESSI AL MONDO 2023 - Rock, Folk, Alternativo

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Un disco che sperimenta nuovi orizzonti testuali e arrangiativi in una lunga ricerca che presenta luci e ombre.

MESSI AL MONDO è il nuovo lavoro discografico di Vinicio Simonetti, cantautore Marchigiano, classe '90.

Si tratta di una raccolta di dieci brani pop, alternative rock, con derive folk che hanno tra loro il tratto comune di essere, a parte i 4 singoli, ascoltabili in esclusiva sul nostro portale.

Si inizia con una intro recitata dove si disquisisce di nuovi mondi, nuove logiche, costruzioni di una porta quantica. Con CENTO TE si entra nel sound del disco: cassa in quarti, chitarra acustica e voci ben doppiate e armonizzate. C'è un'energia tenuta sotto controllo, pronta a esplodere nella seconda strofa, anche se risuona come un'esplosione un po' depotenziata dall'arrangiamento che resta patinato e vede in sostanza soltanto la batteria entrare a pieno regime.

LA VERITA' insiste su chitarra acustica e ovetto percussivo. La voce è subito riconoscibile e caratteristica, profonda tra il sospiro e il ringhio. Anche qui c'è tanta energia che fatica a uscire allo scoperto. Bello l'intermezzo di tromba.

DEJAVU' inizia con chitarre acustiche, snaps e batteria spazzolata. La cassa sembra essere affidata al cajon, con un sound molto più aperto e concentrato sul transiente. I testi sono sempre ben congeniati e rotolano via senza inciampi. Risulta però complicato riuscire ad accostarsi ai tempi, soprattutto quando la scrittura diventa più esercizio di stile che reale veicolo di un messaggio.

CONCEZIONE è un brano strumentale che si muove su armonie dark, con un ambient molto incentrato sulle frequenze medio-basse, contrastate solo dalla chitarra e da "gocce" di pianoforte.

MESSI AL MONDO inizia con un bel basso pieno e rotondo. Al livello musicale e arrangiativo si capisce al primo ascolto che questo brano è stato pensato come singolo (oltre ad essere la title track), perchè si trova ad un gradino di accuratezza sopra il resto delle canzoni fin qui affrontate. Permane ancora però questa sensazione di grande energia che non trova una valvola di sfogo se non nella parte finale, dove la batteria e tutte le dinamiche salgono d'intensità.

NOE' parte con un riff di chitarra acustica su cui il testo si distende e la voce si fa suadente. Il trattamento della voce è un punto di forza di questo album, che la rende sempre a fuoco, comprensibile e omogenea. Il gioco dell'arrangiamento è ormai ben chiaro: cassa in quarti, chitarra acustica che fraseggia e canto e controcanti che fanno densità.

VUOTO è ancora un brano che risulta tra i più curati. Ci sono inserti elettronici, la batteria e le percussioni sono presenti e piene così come il basso che, anche se essenziale, fa sentire il suo influsso positivo sull'armonia. C'è anche un bel solo di chitarra elettrica che risuona come liberatorio e catartico.

VESTITO è un cambio di passo, sia al livello di bpm che di arrangiamento, perchè vede le chitarre acustiche al servizio totale della parte ritmica, un riff di synth che emula un organo e una batteria che suona subito aggressiva, anche se mai fuori luogo. Dura il tempo di rendersi conto che poteva essere una bella storia. Peccato che non si sia approfondita la forma canzone e dunque la ripetizione di un ritornello e uno special.

Si chiude con EFFETTO DOMINO, altro brano più teso e denso. Si sfiora il rap, anzi si tocca proprio con tutto il palmo della mano. Questa è la canzone più radio friendly del disco e ottima chiusura per lasciare nelle orecchie delle vibrazioni più contemporanee e orecchiabili.

In conclusione MESSI AL MONDO è un disco che vive di una contraddizione originale: l'intenzione iniziale è quella della sperimentazione, soprattutto al livello di testi e di messaggi pur restando dentro l'ambito del pop, ma il trattamento della parte musicale e degli arrangiamenti segue parabole non sempre comprensibili, come ad esempio in VESTITO, brano che avrebbe potuto svoltare del tutto l'album, dandogli un'impronta decisamente pop rock e invece rimane una sorta di nucleo che non si è espanso, un pop corn esploso a metà. Proprio questa sensazione di energia che pulsa sottotraccia ma che non trova mai uno sbocco adatto per emergere, depotenzia l'intero lavoro ed è un peccato, perchè ci sono un sacco di spunti degni di nota sparsi lungo la track list.

Ad ogni modo l'ascolto risulta fluido e leggero, grazie all'essenzialità nella scelta dei suoni e ad un lavoro di produzione artistica che, per quanto poco allineato, restituisce un prodotto di qualità sonora indiscutibile.

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La recensione MESSI AL MONDO di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2023-08-16 16:24:29

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