Un EP d'esordio delicato e in grado di normalizzare le nostre fragilità
In un mondo dove l'ostentazione di un illusorio benessere psico-fisico viene sbandierata ai quattro venti sui media e social network, dire che "è ok non essere ok" è ormai diventato un atto quasi politico. Sicuramente molto più incisivo rispetto ad andare in vacanza a Ibiza durante il mese maggio.
Lo scontro con questo individualismo diffuso, incapace di riflettere sui normali difetti che albergano in ognuno di noi, è il perno attorno al quale ruota PRIMOVERE. Il primo ed eponimo EP del gruppo torinese è infatti una vera e propria dichiarazione d'intenti.
Quattro canzoni che esprimono l'anima di questo progetto musicale: un collettivo di otto persone, diversissime tra loro (medici, infermieri ed educatori), capaci tuttavia di mettersi a nudo ed esprimere le proprie insicurezze attraverso le sette note.
In questo loro primo mini-disco, anticipato dai due singoli Funeral e Dopamine, i PRIMOVERE raccontano della fisiologica necessità di trovare un punto di equilibrio dopo un periodo di crisi personale. Un processo travagliato, che ha come punto di partenza l'accettazione di noi stessi, anche nelle nostre imperfezioni.
Il racconto di questo lungo e tortuoso percorso viene trasformato in musica attraverso un sound delicato, quasi sussurrato, frutto di un attento mix tra il baroque pop dei The National (Shelter) e l'alternative rock dei primi Editors (I Don't Need You).
PRIMOVERE è un disco davvero ben fatto, nel quale ogni parola e strumento è al posto giusto. Un insieme di canzoni che raccontano di come, nonostante le sue mille difficoltà, la ricerca della felicità sia essa stessa un motivo per essere felici. Perché anche dopo il più rigido inverno, sotto una spessa coltre di neve, c'è sempre un fiore pronto a sbocciare con l'arrivo della primavera.
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La recensione Primovere di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2023-10-17 00:00:00
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