Giorgio Canali & Rossofuoco Pericolo Giallo 2023 - Cantautoriale, Rock, Noise

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Giorgio Canali è ancora incazzato e continua a liberare nell’aria canzoni lanciate a bomba contro l’ingiustizia

A Giorgio Canali si può chiedere solo di essere se stesso. D’altra parte lo conosciamo bene e sappiamo che è autorizzato, urbi et orbi, a prenderci a calci tra le chiappe. È la sua mission, nonostante la parolaccia. Per la quale chiediamo scusa.

Canali, da quando mondo è mondo, padroneggia un rock sporco e pestone, la sua chitarra (elettrica), si sa, ammazza i fascisti. E la sua band è sempre pronta a dargli una mano: guai tirarsi indietro quando ci si diverte. Canali, sempre lui, è al decimo album da solista, il nono assieme ai Rossofuoco. Pericolo giallo non sfugge alla regola. Dodici episodi per ribadire il concetto: si parte da qualche ritmica, da qualche spunto melodico (parola grossa) costruito tra le mura di casa, poi ci si riciccia in studio e si ricompongono i pezzi. Come leoni in gabbia che all’improvviso escono e riscoprono la libertà. Un suono elettrico cattivo, dall'energia punk, a volte ai limiti del noise, con lontani echi di Clash, altre volte adattabile a un paio di ballate. Non c’è tregua che tenga: è urgente picchiare duro, è urgente prendersela con la deriva dell’Occidente.

L’ex CCCP (e molto altro) spiega che il fil rouge della sua ultima creatura discografica è il sole. Se lo dice lui ci crediamo. A volte, però, il sole, quel sole, è impossibile da scorgere. Troppe nubi, troppe tempeste. Troppi pericoli in vista. La metafora è chiara sin dal titolo: di pericolo giallo si parlava spesso e volentieri sin dagli albori della seconda guerra mondiale. Colpa di Pearl Harbour, certo, ma i musi gialli sono spesso stati protagonisti, in negativo, ben prima del conflitto di cui sopra: leggasi Fu Manchu, senza contare certi beceri film hollywoodiani. Peraltro, i cinesi mangiavano i bambini ben prima dell’avvento dei comunisti. Oggi il pericolo (che sia giallo o no poco importa) si annida tra chi non si allinea alle tesi del telegiornale di turno, tra l’immigrato, tra chi contesta la necessità della guerra. Delle guerre. Giorgio Canali si muove tra apocalisse e rabbia. Si sfoga, come in Quando si spegne il sole o in A occhi chiusi, bestemmia (e non è una metafora), evoca i partigiani, maledice la memoria di Tambroni, ricorda i morti di Reggio Emilia, di Portella della Ginestra, di Sant’Anna di Stazzema, di via Tasso. Sangue del nostro sangue. Se la prende con quei (si può dire?) fessi di influencer, con l’emergenza Covid 19 e le emergenze del futuro, con la cancel culture. Cita Mao Zedong, sbatte in prima pagina Carlo Giuliani e Alfredo Cospito, manda affanculo la Nato, si rimette in gioco citando, nel testo di Cosmetico, il verso “Nostra signora della dinamite”, nient’altro che il titolo di un suo album del 2009. Rabbia, assalti alla giugulare, ma anche amore, intimismo: Solo stupida poesia o Meteo in quattroquarti suonano quasi tenere al confronto di tanta e tale asprezza.

Bene, Giorgio Canali è rimasto se stesso, possiamo rimanere tranquilli. Non è una notizia, ma siamo felici che sia ancora incazzato e continui a liberare nell’aria canzoni lanciate a bomba contro l’ingiustizia. E a prenderci a calci nel sedere. Già, ma se il vero pericolo fosse proprio lui?

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La recensione Pericolo Giallo di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2023-10-13 00:00:00

COMMENTI (1)

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  • lbianchi62 7 mesi fa Rispondi

    Gran bel disco, sia musicalmente che nei testi e ben tegistrato.