Fulminacci Infinito +1 2023 - Cantautoriale

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Filippo Uttinacci, a 26 anni suonati (molto bene), presenta la sua terza opera, “Infinito +1”, e rivela ancora una volta la sua capacità di saper scrivere canzoni pop con stile ed ironia. E con amici artisti giusti al posto giusto.

Come prima, meglio di prima? Fulminacci coltiva sempre gli stessi fiori - il pop saltellante e il cantautorato di maestri come Jovanotti, Silvestri, De Gregori - e lo fa con la cura del giardiniere esperto che non trascura nulla, facendo risaltare al meglio anche l’ultimo fiore sbocciato nel suo giardino: “Infinito +1”. Già da lontano se ne percepisce il gradevole profumo, diffuso da canzoni che infilano ritornelli come fili di perle, e da compagni-artisti che hanno il dono della classe (Giovanni Truppi) e la ricompensa delle classifiche (Pinguini Tattici Nucleari). In un angolo illuminato dal sole, “Infinito +1” mostra l’ambizione di arrivare allo zenith del pop del suo autore, cercando la chiusura di un cerchio iniziato con “La vita veramente” e con “Tante care cose”. Non è un caso che il titolo racchiuda il bisogno di stabilire un limite all’indeterminatezza che ci circonda, quasi a voler fissare confini sicuri entro cui muoversi, consolidando ciò che Filippo Uttinacci sa fare meglio: scrivere canzoni.

È musica fatta a mano quella di “Infinito +1”, che del buon artigianato, e dell’amore con cui è elaborata, porta i segni. Fulminacci continua a rifinire il suo pop giocoso e ironico, lui resta spontaneo. Si comincia con il groove di “Spacca”, una festa di strumenti, un aperitivo che lancia l’appetito musicale, soddisfatto da “Puoi” con i Pinguini Tattici Nucleari. Poi arrivano “Ragù” e “Filippo Leroy” con le quali Fulminacci confessa di essere un “ragù” di cantautore, che scrive pure “…hit, di quelle che ti vergogni mentre le canti, che non piacciono a nessuno ma le sanno tutti quanti”, e sorride bonariamente all’idea che il suo nome sia confuso con quello di qualcun altro. Facendo leva sull’inquietudine esistenziale, “Simile” passa attraverso una linea di languore fascinoso. È una canzone che sembra venire da lontano, come se l’autore fosse un rider che carica sulla bici il senso più profondo delle cose e lo consegna a domicilio. La malinconia è come il bar sotto casa, e tornarci - ogni volta - fa sentire il tepore dei ricordi, la tenerezza dei rimpianti, ma sempre col sorriso sullo spartito. Ce lo dicono Fulminacci e Giovanni Truppi nel suono leggero di una canzone (“Occhi grigi”) che pizzica l’anima. “Baciami baciami” accelera il beat flirtando con la dance anni ’80 e “Tutto inutile” è una pop song da manuale. Nell’ultima parte dell’album, Filippo torna sul suo terreno prediletto, quello della canzone d’autore, e mette in fila due morbide ballate acustiche concepite come omaggio affettuoso ai suoi miti di sempre (“Così cosà”, “La siepe”).

Come prima o meglio di prima, stabilitelo voi. “Infinito +1” fa scivolare le canzoni giù per la gola senza fatica. Ascoltarlo è come andare a trovare un amico che non vedete da tempo; ogni tanto sta in silenzio, ma quando parla dice le cose giuste e non vi delude mai.

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La recensione Infinito +1 di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2023-11-29 17:51:00

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