Subsonica Realtà aumentata 2024 - Cantautoriale, Pop, Elettronica

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Un disco col killer instinct incorporato, gli occhi di Nikita e un trauma che anche a cinquant'anni passati può essere esternato. Siamo entrati nell'era dei post-Subsonica, una band sempre più compatta e contaminata

L'attacco è micidiale, e suggerirebbe l'arrivo di un "Because" di beatlesiana memoria, e invece no, sono i primi secondi del decimo disco dei Subsonica. "Ancora loro? Guarda che sono bolliti, quel crossover è passato di moda vent'anni fa almeno". Ci ridiamo un po' su e andiamo avanti, non prima di aver allegato una postilla: c'è un allenatore del giuoco del calcio, che siede sulla panchina di una squadra della Torino che dei Subsonica è la culla, dato per bollito plurime volte, ma che a maggio potrebbe trionfare per la fantamilionesima volta in campionato. Dunque, attenti a queste etichette grottesche.

Finite queste chiacchiere più o meno inutili, arriviamo al punto: Realtà Aumentata è il disco che non ti aspetti, vista la stanchezza autorevole del comunque piacevole 8, e la sperimentazione di recupero di Mentale Strumentale. L'età che avanza sembra essere soltanto un numero, un numero per una ripartenza, una rinnovata ispirazione compositiva che non si sentiva da almeno 10 anni, un rinnovato sound che sorprende da ogni lato.

Il decimo disco dei Subsonica è a tratti il meno torinese, il meno cupo, ma allo stesso tempo uno dei più freddi, per come è concepito. Si percepisce la voglia di andare dritti al punto. Un disco col killer instinct incorporato, gli occhi di Nikita e un trauma che anche a cinquant'anni passati può essere esternato. Il trauma è semplicemente quello della nostra epoca, orrida e senza futuro. Scrollata tutta la fatica di dosso, lasciata la sofferenza sottopelle, eccolo l'ennesimo racconto lucido dei Subsonica, con i loro incastri di frasi indecifrabili, ma allo stesso tempo dirette in zone del cervello nascoste. Si attivano collegamenti, sonori e vocali, i doppi microfoni di Samuel filtrano la voce, indirizzata dappertutto, per creare questo collage bellissimo di artpop, dance, post qualcosa, ma non si sa bene cosa.

Questa nuova linfa arriva dall'intelligenza - non proprio comune in Italia - di ascoltare cosa succede nella musica del mondo, di trovare nuove connessioni per la propria musica. E quindi ecco passare sui Subsonica come un trattore alcune scelte elettroniche che uscirebbero da un disco di Cosmo; ecco avvicinarsi un modo di rompere i bassi à la LCD Soundsystem, non proprio gli ultimi arrivati, ma nel panorama provinciale in cui viviamo chi si sognerebbe di omaggiarli? Non mancano scelte meno efficaci, alcuni chitarroni un po' stagionati in Pugno di Sabbia, o il timbro del cartellino di un Willie Peyote in versione "prezzemolo" quando si tratta di featuring. Ma soprattutto non mancano le aperture di ritornello che sono il marchio di fabbrica di questa band che, ricordiamolo tranquillamente, è formata da cinque fuoriclasse.

Pur toccando estremi notevoli e molto distanti, si veda l'afrobeat marziano di Africa su Marte, l'anima acustica che subentra in Vitiligine, la delicatezza elettronica di Missili e Droni, che racconta la guerra con un'eleganza da manuale, Realtà Aumentata è un disco che non subisce scosse o scompensi, ma rimane compatto tra le mani dei suoi autori, grandi e maturi da un bel po', ma con la voglia innata di togliersi la polvere dai pantaloni per tornare a infiammare i club di tutta Italia. 

Siamo entrati nell'era dei post-Subsonica, una band nutrita di vitamine liofilizzate, che ha ritrovato la forza di cantare un ibrido tra presente e futuro, dove l'umano giace negli ingranaggi meccanici e tecnologici. Una terra di mezzo invecchiata e fumante, su cui la creazione artistica può ancora pullulare, come conferma Adagio, ultimo brano del disco, e canzone dei titoli di coda dell'ultimo omonimo film di un gigante del nostro cinema (Stefano Sollima, ndr), in cui nemmeno gli eroi da romanzo criminale sopravvivono a una Roma che brucia. Chissà cosa è rimasto, dietro i filtri del visore?

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La recensione Realtà aumentata di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2024-01-12 00:00:00

COMMENTI (5)

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  • SilviaMettica 3 mesi fa Rispondi

    I Subsonica sono la colonna sonora della mia vita. Ho amato Terrestre, l’Eclissi, alcune particolari canzoni degli album dopo. Ho odiato 8 con tutta me stessa. I primi 3 album sono entrati nel mio patrimonio genetico. Questo decimo album è… perfetto. Perfetto nel tempo in cui è stato concepito. Non c’è la disperata iillusione dei vent’anni che ti sprona a cambiare il mondo, a scavarti la pelle. C’è la verità di un mondo allo sfascio in cui neanche una di quelle illusioni ha mantenuto le sue promesse. C’è la cruda società del nostro paese. La fatica delle nuove generazioni che arrancano nello schifo di mondo che gli è stato consegnato. C’è la speranza di trovare un rifiutino nell’amore. C’è tutta una vita adulta e disillusa.
    Silvia

  • maxavo 3 mesi fa Rispondi

    Che dire, il primo album dei subsonica da l eclissi, dove si riconoscono i veri subsonica, quelli con una vera urgenza espressiva. Davvero un bell album.

  • jamadrin 3 mesi fa Rispondi

    Sono tornati, carichi a molla, con un lavoro incredibile, forse è il migliore loro album, sempre in crescendo, e speriamo non gli venga la malsana idea tra anni di separarsi, altrimenti tutti sotto casa loro per farli riunire subito, visto che nascono sempre cose pazzesche.

  • AndreaBenvenuti 3 mesi fa Rispondi

    La differenza tra questi ultimi e i primi album è che dagli ultimi, negli anni non sopravvive nulla al live, se non a quello promozionale del disco stesso. L'anno successivo quelle canzoni non le balla più nessuno, anche perché non si ballano né si saltano.
    Sopravvivono le canzoni dei primi 3 album senza fatica..

  • DamianoRossato 3 mesi fa Rispondi

    Unica tristezza è che i primi dischi dei SubSonicA li ascoltavo da un buon impianto HiFi, e invece ora passo dalle cuffie ad Echo show all'autoradio...
    Quant'è bella giovinezza...