Stefano Dentone - solo Growin' Up Blues 2024 - Country, Blues, Rock d'autore

Growin' Up Blues precedente precedente

Un viaggio nelle sonorità originali stelle e strisce, tra blues, country e rock 'n roll. Gomito fuori dal finestrino e...buon viaggio!

Growin' Up Blues è il nuovo lavoro di Stefano Dentone, artista ligure trapiantato a Livorno.

Si tratta di una raccolta di 12 canzoni in stile country blues con le classiche sonorità calde ed accoglienti di questo genere secolare.
Il disco è stato registrato con il supporto di una band ben rodata, The Sundance Family Band con Chiara Cavalli al violino, Francesco Coppedè al contrabbasso, Francesca Carrera ai cori, Marco Fontana a chitarre e voce in The love I need, Valentina Fortunati a banjo, mandolino e fisarmonica e Letizia Pieri ai cori.

Il sound comprende tutto ciò che è la storia del blues, con contrabbasso e batteria strettamente connessi, il violino, con banjo e mandolino mutuati dal country, le chitarre elettriche che, partendo dalla tradizione blues, si spingono fino al rock.
Chiara e potente la voce, con pronuncia perfetta, il disco mostra già due facce molto diverse nelle prime due tracce, Growin'Up Blues e Come out, la prima super acustica e andante, la seconda con venature elettriche e graffianti.
The love I need è un blues del delta del Mississippi dove chitarra con tremolo e chitarra national sono padrone indiscusse. Blue Sky si addentra in armonie minori dove Tony Cattano, ospite al trombone e Beppe Scardina a Sassofono, clarinetto basso e flauto traverso si fanno sentire, così come i cori femminili armonizzati.

Sound più aggressivo in Ride On, che sonda derive di rock blues originale. Si prende il suo tempo I Want You, che scivola pian piano ed è quasi dissetante e contemporaneamente desertica.
Make You Mine Blues è un piedino sull'acceleratore e suona nervosa ma sempre ben posata sul groove mentre Blind To See rallenta di nuovo ma mantiene mordente grazie agli accenti di batteria e contrabbasso che, arricchiti dal resto della band riescono ad incanalarsi in un proto swing.
How Far You Go è una ballata malinconica che però non si piega dentro una forma di patetismo amoroso, anzi si va aprendo sempre più fino al ritornello.

Heaven On Earth suona r'n'r, anche questo però ripulito da ogni sporcatura che la storia gli ha man mano messo addosso nei decenni. Old Words è solenne, con le voci femminili che prendono le redini di melodia ed armonia. Si chiude con Betrayed un disco che suona davvero bene, naturale e non compresso come lo standard mainstream impone.

Gli strumenti a corda suonano tutti molto caldi e riescono a creare atmosfera anche soltanto con una accordo pieno al momento giusto. Il contrabbasso suona rotondo, con un ottimo attacco e la batteria è poco appuntita per adattarsi al sound generale. Poco sfruttati i fiati, ma ottimamente arrangiati laddove presenti. Voce principale e cori sempre perfettamente in sintonia, riescono a trasportarci dentro l'arrangiamento.

Growin' Up Blues è un disco sincero che non stupisce con effetti speciali, perché è esso stesso l'effetto speciale! Un lavoro che va ascoltato tutto d'un fiato perché è un viaggio dentro sonorità che, se è vero che non sono parte della nostra cultura classica, ci insegnano a riconoscere da dove provengono gran parte delle sonorità a stelle e strisce che, sottoforma di blues, country, rock e derivati, ci sono arrivate e continuano ad arrivarci da tutto il mondo.

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La recensione Growin' Up Blues di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2024-04-28 19:06:37

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