Quintorigo Quinto 2006 - Pop, Alternativo, Nu jazz

Quinto precedente precedente

Leggendo quanto scritto sulle pagine di Rockit negli ultimi 2 anni scarsi a proposito dei Quintorigo, a molti potrebbe sembrare che non ci sia miglior passatempo che parlar male di loro periodicamente. Ma, chiariamo subito, non ci sono in ballo questioni extramusicali, bensì solo l'amara constatazione che la dipartita di John De Leo ha generato una stasi creativa come probabilmente mai ci saremmo aspettati.

Passi quindi l'esperimento (infelice) de "Il Cannone", di cui potete leggere altrove e all'interno del quale il quintetto ravennate inseriva, tra cover e qualche inedito, diverse tracce del repertorio che si avvalevano però della reintepretazione vocale della nuova titolare nel ruolo. All'epoca non eravamo stati magnanimi sul risultato finale dell'opera, ma fra le righe ci auguravamo che si trattasse realmente del classico disco di "transizione", in attesa di eventuali aggiustamenti/sviluppi. E invece "Quinto" non solo ripropone la formula già orecchiata in precedenza, ma si confronta per 2/3 con le composizioni che hanno fatto la storia del gruppo. Senza considerare che il rimanente è costituito da cover, di cui alcune già edite in precedenza ("Heroes", "Highway star") e due del tutto nuove; e proprio ascoltando una di queste ("The robots") troviamo il principale (l'unico?) motivo di interesse del lavoro, quantomeno per come a livello strumentale si sia manipolata la canzone dei Kratftwerk. Non può dirsi lo stesso della parte vocale, per cui il pensiero corre subito a cosa sarebbe potuto essere se a cantare ci fosse stato De Leo - ma rischieremmo così di fare troppi torti a Luisa Cottifogli, che fa comunque del suo meglio per mostrarsi all'altezza del compito. Purtroppo per lei, in casi del genere è difficile non pensarsi come degli inguaribili nostalgici, soprattutto se la materia trattata riguarda principalmente il passato.

Rimaniamo tuttavia - e nonostante tutto - fiduciosi per il futuro, perché le qualità, a livello dei singoli, ci sono (e non siamo noi di certo a scoprirlo). Si tratta però di trovare la giusta alchimia che non solo superi l'ingombrante riferimento ma a suo modo lo cancelli.

Potranno ancora riuscire i nostri eroi nell'impresa? Staremo a sentire!

---
La recensione Quinto di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2007-03-14 00:00:00

COMMENTI (9)

Aggiungi un commento Cita l'autore avvisami se ci sono nuovi messaggi in questa discussione Invia
  • faustiko 17 anni fa Rispondi

    volevo scriverlo in un altro post ma non ho trovato il tempo... e quindi sottoscrivo quanto tu hai appena affermato!
    oltre a condividere che proprio cazzotti e spintoni avevano generato quei 3 dischi irripetibili...

  • utente0 17 anni fa Rispondi

    Chissenefrega, giusto: ma aggiungo lo stesso.
    Il nuovo corso dei Quintorigo lascia perplessità, ma nutro dubbi anche sugli esiti solistici di De Leo. Nulla da eccepire su Stefano Tarroni, gran chitarrista e grande passione: li ho visti, in duo, più volte quando De Leo era ancora nei Quintorigo:mischiavano con gran classe improvvisazioni e cover di pezzi storici dal jazz al soul al rock. Di tutto rispetto anche i compagni d'avventura dei quali si è circondato, decisamente più "affini" a lui.Appunto. Vale anche per lui il discorso sulla convivenza faticosa ma feconda fra sensibilità musicali diverse.
    Il progetto Quintorigo-prima formazione, si conclude e archivia con onore come uno dei più felici imprevisti della musica "pop" italiana. Forse è meglio archiviare definitivamente anche nostalgie e aspettative. Forse :?

  • utente0 17 anni fa Rispondi

    Forse al buon De Leo mancano incassi stile Faith No More su mercato internazionale, per autofinanziarsi il futuro indipendente :[
    uhm, seriamente uno il disco se lo puo' anche risolvere home made, ma chi glielo distribuisce? Gente che aveva "un'utenza" più vasta di quella di De Leo, ha tentato anche con la distribuzione via internet (v. Casino Royale pre-"Reale") ma la faccenda s'incriccò.Difficile risolvere alla "poveri ma belli".(anche se, perso per perso, forse fossi in De Leo, lo farei. Ma appunto, non sono lui)
    Potranno sembrare questioni prosaiche (e lo sono) ma in finale hanno il peso decisivo.
    Comunque sia,pare che il disco di John tra una scocciatura e l'altra sia pronto e dovrebbe uscire entro st'anno. Verosimilmente non c'è entusiasmo discografico intorno a un progetto che ha la sua punta in una session free-jazz assemblata intorno a un "free style" di Bergonzoni:[ (dopo il Manganelli di "Raptus", avrei scommesso che prima o poi qualcuno dei Quinto sarebbe approdato anche a Bergonzoni... )
    Anche se De Leo ha rassicurato che "Ci sono anche canzoni pop, giurin giurello!":[

    Tant'è.
    Le miserie del mercato italiano sono quelle che sono. Come i casini delle persone e i cappottamenti delle formazioni all'ordine del giorno (a proposito di grandi voci fuoriuscite da bei progetti, sono curioso di Bobby Soul)

    Tornando ai Quintorigo,la recensione di Faustiko è ancora una volta pienamente condivisibile(purtroppo). Si vede che con De Leo erano cazzotti e spintoni, ma il risultato di quell'attrito dava soddisfazione e schizzava spesso fuori da ogni prevedibilità.
    Giocando a "Trova l'intruso", non è l'ottima Cottifogli il corpo estraneo, in fondo da sempre era proprio De Leo. Più ascolto i nuovi Quintorigo e più me ne convinco. Forse alla nuova amalgama manca giusto il coraggio di staccarsi con più decisione dal passato. E poi chissà, potremmo vederli vincere un Sanremo tipo gli Avion Travel :?

  • ninon 17 anni fa Rispondi

    sante parole e sante licheri
    michele pattone insegna e nessuno impara

  • brainandwodka 17 anni fa Rispondi

    Come sono belli questi artisti che non sono disposti a rischiare un soldo su se stessi. Persino se possono vantare un nome ed una storia che, se non per le masse, per qualcuno è degna di considerazione.

  • utente0 17 anni fa Rispondi

    la nostra triste italia, incoraggiata da tristissimi produttori ed etichette.

  • utente0 17 anni fa Rispondi

    ...ad ottobre ho incontrato Johnny a Rimini... era nero.: nessuno gli fa fare un disco...gira con un chitarrista jazz e fa roba soperimentalissima, senza parole solo vocalizzi....gli ho detto fattelo da solo in casa se nessuno ti caga...la ricerca non ha finanziamenti in Italia, anche nella canzone...poi si finisce all'estero....in bocca al lupo John - ciao a tutti:|

  • utente0 17 anni fa Rispondi

    ...ad ottobre ho incontrato Johnny a Rimini... era nero.: nessuno gli fa fare un disco...gira con un chitarrista jazz e fa roba soperimentalissima, senza parole solo vocalizzi....gli ho detto fattelo da solo in casa se nessuno ti caga...la ricerca non ha finanziamenti in Italia, anche nella canzone...poi si finisce all'estero....in bocca al lupo John - ciao a tutti:|

  • nicko 17 anni fa Rispondi

    se penso a che gruppo erano... che tristezza...
    :(