TOMMASO TAM ISOLA DI TAM 2024 - Pop

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Un punto di vista alternativo, la volontà di discostarsi dal luogo comune consapevoli di non potersi più muovere dentro una zona di conforto e dunque restituendo messaggi non sempre rassicuranti.

ISOLA DI TAM è il nuovo lavoro di TOMMASO TAM, artista bolognese con tanta esperienza e chilometri sulle spalle e su palchi divisi con grandi nomi della musica.

Si tratta di una raccolta di nove canzoni in stile pop d'autore dove si mettono insieme sonorità classiche direttamente recuperate dalla tradizione della musica italiana, sonorità più british e suoni sintetici più moderni.
Il fil rouge dell'intero disco è il racconto di verità, debolezze, indignazioni da un punto di vista alternativo, inedito e anche un po' inquietante. Sembra, anche al livello musicale, di vivere in una continua situazione di equilibrio precario, fatto di tensioni che ti spingono da due parti opposte senza mai permetterti di proseguire in linea retta il tuo percorso d'ascolto.

La voce si fa forte di testi nudi e crudi, senza fronzoli, affrontando le note con lo stesso mood quasi distaccato e freddo, una specie di narratore esterno onnisciente che non si schiera.
Ci sono echi di pop all'italiana anni 80 e 90, c'è qualche sonorità funky non sempre ben incastrata ma piacevole, in un contesto generale che non brilla per originalità e sperimentazione di un'idea univoca di suono. C'è un continuo gioco di rimandi e una sfida a spostare sempre gli equilibri verso l'inaspettato e l'equivoco, come in Happy Birthday che tutto è tranne che una canzone di festeggiamento o in Tramonti dove strofe e ritornelli iniziano un gioco di "rimbalzi" imprevedibili, su echi totalmente differenti sia riguardo alla citazione musicale, che sulle armonie utilizzate.

C'è spazio anche per una vista dietro il sipario degli arrangiamenti con la versione demo della title track prima di chiudere il conto con RICORDI SEPOLTI che sembra un manifesto conclusivo con la sua citazione metrica e ritmica del "Voulez vous coucher avec moi" corale dell'omonima canzone spogliata di ogni riferimento diretto e piegata per un nuovo significato in cui si parla di ricordi sepolti, di amnesie concettuali.

In conclusione ISOLA DI TAM è un disco che suona bene ma che non è collocabile, stilisticamente in nulla di contemporaneo, anzi sembra volersi appropriare retroattivamente della storia della musica rischiando con un colpo di mano di apparire snob nei confronti di tutto ciò che c'è stato dopo un certo momento storico e dunque rivolto soltanto a una fetta di pubblico che rischia di essere composta soltanto da nostalgici. In realtà siamo di fronte ad un lavoro che, senza guardare alle mode, si colloca nella confort zone artistica del suo compositore e non c'è nulla di male nella misura in cui questa zona di conforto sia quella che permette al nostro di performare meglio.
I suoni sono tutti pensati non per essere contemporanei ma per rappresentare un idea di sound lontana nel tempo, i testi vogliono essere una risposta estrema allo standard qualitativo basso della prevalenza dei testi attuali, soprattutto in ambito mainstream. L'ascolto risulta non sempre fluido, perché anche se ogni canzone cerca di differenziarsi dall'altra, c'è poca escursione metronomica e di "densità" dunque non c'è mai un vero cambio di passo che possa aiutare l'ascoltatore a mantenere alta la soglia dell'attenzione e i testi che pur essendo didascalici, non sono immediati e andrebbero ben recepiti, non sempre possono essere assorbiti al primo colpo, creando una sorta di gap cognitivo (come quando ci sia distrae in un momento chiave di un film e poi si fatica a tirare le redini della trama). La produzione risulta molto ben pensata e le canzoni suonano tutte molto bene, grazie anche alle prestazioni eccezionali dei musicisti e degli arrangiamenti ad essi assegnati.

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La recensione ISOLA DI TAM di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2024-05-22 17:20:49

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