I Fasti OLTRE 2024 - Elettronica, Post-Rock, Spoken word

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Otto tracce nelle quali l'alternative rock e la prosa poetica la fanno da padrone

Nel 1968, i Velvet Underground pubblicarono un pezzo, dal titolo The Gift, che univa una breve storia narrata dalla voce John Cale, l'anima più poliedrica della band, riprodotta nel canale stereo sinistro e una strumentale d'accompagnamento presente in quello destro. Questo dava la possibilità a chi ascoltava questa canzone di “isolare” la propria attenzione sulla musica o sulle parole presenti nel testo. Ed è questo lo spirito con cui si deve andare incontro a OLTRE, il nuovo album de I Fasti.

Pur non impiegando il medesimo stratagemma sonoro, il nuovo disco della band originaria di Torino si compone proprio di parole e basi strumentali che viaggiano come due linee parallele incapaci di toccarsi l'una con l'altra. Un connubio che, per chi non è abituato al contrasto tra musica e prosa poetica recitata, può risultare abbastanza indigesto di primo acchito. 

OLTRE è un disco che non può essere affrontato in maniera distratta. L'assenza di ritornelli o di qualsiasi tipo di suoni catchy, costringono infatti chi lo ascolta a concentrarsi sulle tante parole che vengono srotolate dal gruppo per quasi mezz'ora.

Prendendo spunto dalle atmosfere evocate da band come Offlaga Disco Pax e Massimo Volume, I Fasti scandagliano le tante sfaccettature che si celano all'interno della nostra contemporaneità: dal duro confronto con un mondo ormai in mano all'omologazione e all'annullamento delle emozioni (RMC) alle alienanti condizioni vissute ogni giorno da milioni di lavoratori (Felici e Salvi), passando per la visione distorta dell'uomo "forte" e della donna "madre di famiglia" imposta dalla nostra società (Giada) e le tante problematiche legate ai flussi migratori (M24).

A parte qualche sparuta parentesi un po' troppo vicina al mood di un comizio elettorale (100 Fiori), la band piemontese offre ancora una volta tanti spunti di riflessione davvero interessanti, annunciati dalla squillante voce di Rocco Brancucci, che a tratti ricorda (e non poco) quella di Pierpaolo Capovilla de Il Teatro degli Orrori. Questa visione d'insieme della condizione umana viene stesa da I Fasti su gelidi tappeti strumentali, in bilico tra post-punk, musica elettronica e spoken-word

Nonostante una coerenza lirica meno forte rispetto a quella del precedente concept album TutorialOLTRE resta un lavoro di indubbio spessore artistico, frutto del lavoro di una band anti-mainstream fino al midollo, capace di mescolare il rock alternativo a piccoli racconti in prosa di grande impatto. 

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La recensione OLTRE di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2024-04-30 16:37:00

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