Un approccio diverso alla mascolinità è possibile, e “Prendersi Cura” del Soft Boys Club lo dimostra tra citazioni pop e una miscela emo-indie-punk che gira alla perfezione
“Penso che sia una delle poche vittorie della nostra generazione”.
Roberto, voce e chitarra del Soft Boys Club, commenta così l’apertura emotiva raggiunta da tutti i giovani uomini che riescono ad abbracciare il proprio lato “soft”, assecondando il proprio benessere e non le aspettative sociali che il maschio sembra dover soddisfare: forza, decisione, repressione dei sentimenti.
È questa mascolinità soft a definire in buona parte il Soft Boys Club, band e “fondazione” di Milano che a metà giugno scorso ha pubblicato Prendersi Cura, album d’esordio per Futura Dischi. Nove tracce che fondono una sensibilità delicata ed esplicita, ansia generazionale e un emo-indie-punk accattivante e digitale, sia per i suoni sporcati di elettronica che per le numerose reference all’ecosistema dell’internet.
Anticipato nel 2023 proprio dal singolo Internet, il SBC ha dimostrato di trovarsi a metà strada tra il mondo della rinata scena emo italiana e l’electropunk de i cani, grazie a un classico quartetto basso/batteria/chitarra/chitarra-voce dai suoni freschi, aggiornati e contaminati dalla fluidità musicale del presente, in cui le differenze di genere sono sempre meno nette: troviamo quindi voci distorte e autotune, basso croccante e arpeggi di chitarra che esplodono in powerchords granulari e oscuri, sorretti da una batteria che ricorda davvero i primi lavori del redivivo Niccolò Contessa.
Le linee vocali sono invece spudoratamente pop, assicurandosi che ogni brano rimanga facilmente in testa dopo pochi ascolti. L’approccio sano alla propria mascolinità, tuttavia, non vuole essere sinonimo di buonumore, e infatti Prendersi Cura guarda prevalentemente a panorami malinconici e amari, in cui fare i conti con i propri fallimenti diventa routine, e dove le insicurezze si trasformano in riflessioni a voce alta, il tutto usando un linguaggio colloquiale e abbondante di riferimenti alla cultura pop degli ultimi trent’anni. Flop, feat con i concittadini Materazi Future Club, prende il rigore sbagliato da Baggio nella finale dei Mondiali di USA ‘94 per esplorare il concetto di fallimento e redenzione, mentre Fretta apre il disco cantando l’ansia per il futuro che opprime giovani uomini e donne, come una morsa che stringe il petto all’improvviso.
Ogni episodio di Prendersi Cura si presenta a fuoco, libero da pretese e soprattutto libero di strizzare l’occhio alle soluzioni musicali che i quattro reputano più adatte al singolo brano. È un esordio maturo e toccante, che rende il Soft Boys Club un osservato speciale della nostra scena alternativa.
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La recensione Prendersi Cura di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2025-04-17 12:01:00
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