Transgender Transgender 2000 - Rock, Jazz, Elettronica

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Veramente interessante, dal punto di vista sia estetico che - soprattutto - musicale, il CD d’esordio dei Transgender, formazione emiliano-romagnola dedita ad un crossover inteso nel senso più ampio del termine. La band, pur agendo in un contesto tipicamente rock, si apre a contaminazioni di ogni sorta, dall’acid jazz alla techno, senza snaturare la struttura delle canzoni che, anzi, sembrano vivere di questo eclettismo. La presenza di una voce maschile e di una femminile rendono ancora più varia la proposta, e lo stesso dicasi dell’alternanza di testi in inglese, italiano ed addirittura greco (in “Phàrmakon”).

Tanto per cominciare, il pezzo di apertura, “Outlaw Plane”, sarebbe un tipico esempio del metal più pesante, con tanto di doppia cassa in bella evidenza, se la sua struttura non fosse di tanto in tanto interrotta da improvvisi intermezzi elettronici. La successiva “Dinner Crime” va ancora oltre, mescolando funky, metal, rap e house. Senza stare ad analizzare ogni brano nel dettaglio, basti dire che il CD, nel suo insieme, vive di questa commistione di generi, di questa ibridazione di chitarre distorte e sonorità “tecnologiche”, rendendo necessari ripetuti ascolti per poterne cogliere al meglio le numerose sfumature. Una menzione particolare merita comunque “Jacques Mayol”, ispirata ad un film di Luc Besson, in cui post-rock, Gershwin e basi sintetiche vanno a braccetto.

E’ quindi evidente che, per apprezzare fino in fondo questo lavoro, sia necessaria una certa apertura mentale, peraltro necessaria in tempi come questi, in cui le contaminazioni sono all’ordine del giorno. Chissà, forse il futuro del rock passa proprio da prodotti come questo.

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La recensione Transgender di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2000-04-18 00:00:00

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