Un mix tra horrorcore ed elettronica industrial, che colpisce forte come un pugno in pieno volto
Esistono pezzi respingenti, capaci di irrorarci di fastidio e sensazioni negative ma dai quali è impossibile staccare gli occhi (o in questo caso le orecchie) di dosso. Proprio come quando, senza un reale perché, rallentiamo con la nostra auto per osservare un incidente stradale, creando quelle che in gergo vengono soprannominate "code dei curiosi".
È questo un buon paragone per descrivere Zanzare, il nuovo singolo di Sgorbio, nom de plume dietro cui si cela il bizzarro artista milanese Giovanni Orio. Un brano prodotto, registrato e mixato in completa autonomia, reduce da un bagno galvanico dentro atmosfere cupe, babeliche e acide che si riflettono in sonorità elettroniche in bilico tra la violenta irruenza della dubstep e aperture all'industrial e all'alternative hip-hop più distese ma non per questo meno bieche e intimidatorie.
Rimbalzando tra il Salmo di Death USB e il Tyler, the Creator di Yonkers, Orio accoltella la base strumentale del suo ultimo brano spolmonando barre crude e truculente, legate a filo doppio con le caustiche immagini evocate dall'horrorcore.
E questo è tutto ciò che mi rimane
Un corpo senza sangue, corpo senza sangue
Nel sistema che esplode la mia testa ritaglia
Giusto un filo di voce per unirmi ai demoni
Canta Sgorbio nel suo nuovo singolo. Parliamoci chiaro: Zanzare è tutto fuorché un brano facile da esperire, connotato da un apprezzato sperimentalismo sonoro ma anche da un clima di costante tensione che, una volta finito il suo ascolto, lascia quasi stremati.
Un pezzo strenuamente anti-commerciale che, colpendo forte come un pugno in pieno volto, percola gli ostili e veritieri rigurgiti di caos figli di quella rabbia e negatività purtroppo presente nelle menti delle nuove generazioni.
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La recensione Zanzare di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2025-04-18 00:00:00
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