Un pendolo sonoro tra il vecchio e il nuovo mondo che scandisce la mediocre qualità dei tempi moderni
Volume 2 è il didascalico titolo che Schiamazzi ha deciso di dare al suo ultimo EP. Anticipato dal singolo Portomorto, il nuovo lavoro dell'artista genovese, che divide la propria vita tra la carriera da musicista e la professione di psichiatra, giunge a più di tre anni di distanza dal suo eponimo extended play d'esordio.
Cinque tracce, prodotte in completa indipendenza e licenziate da BOC Music Group, nelle quali Schiamazzi compie un viaggio di andata e ritorno tra l'Italia e il Sud America. Volume 2 presenta infatti una serie di forti affinità con il cantautorato italiano, in particolare verso la veneranda scuola genovese, lambite da un tiepido vento di Zonda che porta con sé le ispaniche melodie del chicano rock e della cumbia colombiana, impreziosite dalle caraibiche atmosfere del reggae.
Una policroma e multietnica tavolozza sonora, su cui la voce di Schiamazzi, in equilibrio tra il canto rauco e vissuto à la De André e il magnetico intimismo, sul filo dello spoken word, di Leonard Cohen, sbeffeggia la triste involuzione del tatuaggio da forma d'arte corporea a effimera moda contemporanea (Tatuaggi), specchio di quel senso di desolazione che ci assale nei nostri "momenti no" (La danza delle carotidi) cristallizzato in una serie di scene di ordinaria follia che dipingono gli angoli più decadenti della nostra società (Marciapiede).
Grazie a uno storytelling intriso di realismo magico, fatto di immagini che, nel loro crudo verismo, celano una pietosa ma affascinante poesia, Volume 2 è un EP di indubbio valore lirico e musicale. Un piccolo, grande disco in grado di dimostrare il talento che Schiamazzi ha nell'esplorare tematiche estremamente attuali, restando fedele a tradizioni sonore che trascendono i confini del proprio Paese.
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La recensione Volume 2 di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2025-04-29 00:33:45
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